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27 set 2021

La responsabilità dei genitori

di Luciano Caveri

Vaccinare. Per qualunque persona di buonsenso questa resta la scelta più importante per sé e per gli altri per bloccare la pandemia. Ma continua ad esserci un zoccolo duro di contrari, che risultano particolarmente perniciosi anche rispetto a quella fascia di età di minorenni che, a partire dai dodici anni, possono essere vaccinati con l'autorizzazione dei genitori. Tra breve l'età dei vaccinandi scenderà ancora e in scena ci sarà di nuovo la responsabilità genitoriale, che già agisce - lo ribadisco - sui vaccini obbligatori esistenti. Su questo fatto dei genitori ha scritto su "Repubblica" Vittorio Lingiardi: «L'Organizzazione mondiale della sanità indica la diffidenza verso i vaccini come una delle dieci principali minacce contemporanee alla salute pubblica. Un corposo articolo sull'ultimo numero della "Annual Review of Public Health" si intitola "Vaccine Hesitancy, Acceptance, and Anti-Vaccination: Trends and Future Prospects for Public Health". Si conclude con una bibliografia specialistica di 150 voci. Sì, perché ormai il problema ha un nome ufficiale, ed è ovviamente inglese: "vaccine hesitancy and refusal", cioè quando di fronte all'indicazione medica di farsi vaccinare la persona esita, posticipa, addirittura rifiuta. Una cosa di pochi, ma non da poco, con effetti su tutti».

Già, chi brandisce l'arma della «Libertà» nuoce agli altri in un comportamento, spesso ammantato di coraggioso eroismo di resistenza alle imposizioni, che mina la civile convivenza. Ancora Lingiardi: «Ma il più struggente allarme dalla galassia "no-vax" è quello dei genitori che rifiutano di far vaccinare i figli. Non accade da oggi: risalgono all'Ottocento vignette con madri che strappano i piccini dalle spire del drago vaccinante. I fantasmi vaccinali continuano a turbare i sonni delle famiglie anche oggi: quello contro la pertosse provoca danni cerebrali, c'è un legame tra vaccinazione "Mpr: morbillo, parotite, rosolia" e autismo infantile, il vaccino anti-Hpv danneggia l'organismo! Ancora una volta è utile riconoscere le diverse tipologie di genitori "no-vax": apprensivi, angosciati, ideologici, male informati, anti-medici arrabbiati, medicalmente alternativi. E soprattutto riconoscere e intercettare (con l'aiuto di pediatri e psicologi) le loro titubanze e i pregiudizi». Nulla di peggio di un genitore che viene meno a suoi doveri elementari di salvaguardare la salute dei propri figli. Prosegue l'articolo: «Quali sono i principali motivi della sospettosità dei genitori? Gli studi del settore indicano: a) presenza di false credenze, di tipo magico o politico, su forze negative che complottano contro le nostre vite; b) sfiducia nella medicina; c) esperienze negative col sistema sanitario; d) insofferenza per le prescrizioni e gli obblighi; e) preoccupazione fobica che vede il vaccino come una sostanza "viva e pericolosa" iniettata nell'organismo e lo contamina; f) ma anche, più concretamente, avversione per gli aghi (alcune ricerche riportano una correlazione tra "ipersensibilità agli aghi" e evitamento delle cure mediche, tanto da farci pensare che un vaccino assunto per bocca potrebbe incontrare un tasso minore di resistenza).  C'è un fatto in più da considerare: in un clima di diffusa incertezza, la decisione di far vaccinare i figli diventa, da routine sanitaria protettiva, una scelta particolarmente carica sul piano emotivo. Proprio questo iper-coinvolgimento potrebbe spingere alcuni genitori a polarizzare lo sguardo sugli effetti collaterali del vaccino e non su quelli protettivi per sé e per la comunità. Da qui il timore di danneggiare il figlio e paradossalmente la rinuncia a proteggere la sua salute. Per contenere queste distorsioni figlie della paura, del pregiudizio e della credulità è indispensabile un'informazione, pubblica e scolastica, adeguata, pacata e continua». Concordo e sto spingendo per avere anche in Valle d'Aosta una comunicazione dedicata sul tema. Salto alle conclusioni, che prefigurano uno slogan efficace: «Vaccinare i figli contro il covid, quando indicato, non è solo educarli alla responsabilità in pandemia, è anche creargli anticorpi contro l'individualismo e certe sue forme di autoisolamento astioso e spaventato».