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03 mar 2023

Si apre una nuova porta

di Luciano Caveri

Chiudo una porta e ne apro un’altra e nella vita i cambiamenti sono salutari come un bagno freddo. La politica è fatta così, quando il proprio percorso sfocia in nuove cariche elettive che comportino assunzioni di nuove responsabilità. Non è la prima volta che mi capita nelle mie esperienze errabonde e va detto che gli stimoli non mancheranno e metterò entusiasmo ed esperienza. Così è con le nuove deleghe dell’Assessorato, cui sono stato chiamato in queste ore. Sono deleghe non di cartone, come adombra chi dall’opposizione rosica. Lascio Istruzione e Università e Partecipate, materie su cui mi sono impegnato nel limite delle mie capacità. Il mondo della scuola è molto complesso, fra autonomia scolastica e il rischio di suoi eccessi e la forte influenza sindacale più protesta che proposta. Credo di aver risolto alcune grane anche grazie ad una Sovrintendente agli Studi, Marina Fey, competente e efficace. Loro, gli studenti di tutte le età, sono energia allo stato puro e ogni incontro nelle scuole è stata una gioia. L’Università valdostana è una certezza da sviluppare, evitando dinamiche autoreferenziali e con la consapevolezza che non si lede l’autonomia universitaria se chi paga, cioè la Regione, esercita un ruolo. La nuova sede è importante e lo sarà la scelta di facoltà e materie che ci azzecchino con un territorio di montagna a vocazione europea. Le Partecipate - con l’ausilio dell’ottimo coordinatore Valter Mombelli- mi hanno tenuto sempre sulla corda con un rapporto spesso dialettico con una Finaosta che andrà rinnovata per essere all’altezza dei tempi. CVA è uscita dalla Madia e ha una guida sicura verso il tema complesso della scadenza delle concessioni idroelettriche e della diversificazione energetica, restando nel campo delle rinnovabili. Il Casinò sta uscendo dalla tempesta perfetta con buoni risultati, ma bisogna guardare bene al futuro con nuove proposte e idee brillanti per evitare rischi futuri. Inva sarà ancora sotto la mia lente di osservazione e il mondo digitale è una galassia in espansione. Gli impianti a fune andranno accorpati con intelligenza e anche le altre Partecipate vanno seguite con interesse e penso ai trafori alpini e alle autostrade e molti di questi dossier sono già impostati e me ne dovrò occupare a latere in Europa e attraverso la cooperazione transfrontaliera. Affari europei diventa di fatto il cuore del mio Assessorato e resta del tutto coerente con il mio curriculum e si sposa perfettamente con il coordinamento ottenuto sul PNRR nelle diverse progettualità che incideranno sulla Valle d’Aosta e che bisogna seguire e, se possibile, incrementare. Nello stesso modo le politiche nazionali della montagna sono un vestito che mi va a pennello, essendo state da sempre al centro del mio lavoro politico, così come il rapporto con le minoranze linguistiche a cui sono stato delegato. Il settore cruciale dell’Innovazione è una delle strategie regionali - e non è solo la digitalizzazione - che consente ampi spazi di miglioramento e piste nuove. Rafforzare l’ufficio di Bruxelles sarà per tutti un valore aggiunto assieme alla mia presenza al Comitato delle Regioni. Insomma: vaste programme. Ho imparato da mio papà (e lui da mio nonno) l’etica del lavoro, che è una cosa importante, perché implica il senso di responsabilità qualunque cosa si faccia e bisogna farlo senza perdere di vista i propri affetti e talvolta non sono riuscito a farlo del tutto. Ha scritto Vittorio Messori: "Chiesero un giorno a Sigmund Freud di sintetizzare la sua “ricetta” per difendere l’uomo dai mali oscuri che affiorano dal profondo. “Lieben und arbeiten”, “amare e lavorare” fu la risposta del fondatore della psicoanalisi. È, guarda caso, la stessa formula proposta all’uomo dal Nuovo Testamento, che pone al centro del suo messaggio amore e lavoro”. Mi pare un bel proposito da seguire e lo farò.