Difficile scrivere della morte. Anche se, finché uno ne scrive, evidentemente l'incontro con il sonno eterno non è ancora avvenuto, per cui si può parlarne senza apprensioni e con un pizzico di scaramanzia.
Pensavo giorni fa come ognuno di noi abbia un proprio Pantheon o più prosaicamente una sorta di cimitero simile a quello poetico di di Spoon River.
Avete letto questo libro? E' una straordinaria e emozionante raccolta di poesie in forma di epitaffio scritta dall'avvocato e scrittore americano Edgar Lee Masters (1868-1950) e pubblicata dal maggio del 1914 al gennaio del 1915 sul "Reedy's Mirror", un giornale di Saint Louis, in Missouri. Ogni poesia, in verso libero, è la narrazione in prima persona di un abitante del paesino immaginario di Spoon River (il nome è quello di un fiume reale di Lewistown, in Illinois, dove viveva Masters) morto e sepolto nel cimitero sulla collina. Non avendo nulla da perdere, i protagonisti raccontano la propria storia e le proprie debolezze senza veli, lasciando emergere sentimenti, passioni, vizi e virtù, rimpianti e miserie.