blog di luciano

Quel Muro

muro_berlino.jpgIl Muro di Berlino merita la maiuscola, perché era un simbolo. Chiunque legga la storia dell'edificazione e delle successive vicende, sino allo smantellamento - per così dire - di vent'anni fa, ricorda quegli anni della "guerra fredda", che hanno gravato sulle generazioni come la mia.
Più crescevi e maggiore era la consapevolezza non solo di quanto - oggi come allora - fossero ridicole le manifestazioni per la pace (che trasformano i più piccoli nell'equivalente dei "balilla" dell'epoca fascista e che prefigurano l'esistenza di qualcuno che dichiari di essere "per la guerra"), ma soprattutto nasceva la convinzione di come l'arma nucleare fosse, alla fine, nelle mani di potenze capricciose, di cui il muro era esempio tangibile.
Oggi, per altro, come mostra il caso dell'Iran, il "club della bomba atomica" si sta allargando e ci sono potenze che hanno la bomba e non sono per nulla rassicuranti.
Il 9 novembre del 1989 era un giovedì: a naso direi che ero a Montecitorio per il mio lavoro da parlamentare, anche se, stamattina, non ho avuto il tempo di guardare se e quando parlai di quella giornata storica, capitale nei destini della storia odierna.

Caleidoscopio 10 novembre

radio_rai_scaletta_pc.jpg"Caleidoscopio", su "Radio1" alle 12.35 di martedì nella programmazione di "RaiVdA", propone questa settimana alcuni temi che spero possano risultare interessanti.
Anzitutto, che fine ha fatto "Flocon de neige"? Dello stambecco albino parlerà il dirigente regionale Paolo Oreiller, da cui dipende il settore fauna selvatica.
Un'occhiata poi, a qualche giorno dalle celebrazioni del 4 novembre, alle vicende della "I^ Guerra mondiale" che hanno interessato la Valle d'Aosta e le truppe alpine nel racconto di Gianfranco Ialongo.
E ancora le riflessioni di Marinella Vaula, fondatrice e direttore della rivista "Images", che ci dirà delle attività di recupero del ricco patrimonio di abitazioni tradizionali in Valle.
Aggiungiamoci la rubrica che accoppia un libro in libreria con un disco "storico" a cura di Christian Diémoz ed alcuni brani musicali d'atmosfera e i venti minuti sono già trascorsi.
Buon ascolto e, per commenti, scrivetemi!

Chissà...

vaccino_influenza_a.jpgHo già fatto il primo vaccino antinfluenzale, quello "ordinario". Nulla di nuovo, visto che me lo faccio iniettare da molti anni con soddisfazione - in concreto sono stato meno malato! - e senza aver mai avuto delle conseguenze.
Ora son curioso di capire dell'"altro" vaccino, quello che dovrebbe contrastare la N1H1 in un clima, anche qui in Valle, piuttosto curioso, oscillando fra preoccupazione da chiacchiera e sospetto di allarmismo. Mi par di capire che siano due i problemi: una certa lentezza nella distribuzione delle dosi; una contraddizione fra i grandi quantitativi di vaccino antinfluenzale ordinati e il "no" di molti medici a farselo fare con consigli a mezzabocca ai pazienti di «lasciar perdere».
Insomma: serve o no, esiste qualche pericolo vero, se non si vaccinano i medici non saranno il primo veicolo del contagio? Spero che a rispondere a certi timori non sia il "testimonial" prescelto in Italia, che è... Topo Gigio.
Confesso, pur essendomi documentato, che provo una vaga frustrazione e, per quanto sia assai restio ad usare sottogamba i farmaci, ero del tutto intenzionato a farmi vaccinare, ma ora crescono i dubbi.

Viva la castagna!

castagna.jpgOggi la castagna è un cibo conviviale, essendo la castagnata una festa per grandi e piccini. Alla castagna andrebbe costruito un monumento in molti Comuni della Valle, specie di mezza montagna, dove generazioni di valdostani hanno avuto in questo umile frutto un elemento base di sostentamento.
Pensando alla cucina povera, che oggi diventa in uno straordinario riscatto "alla moda", non si può non rilevare come la tradizione si evolva, seguendo la storia del rapporto uomo-natura.
Così l'economia: i castagneti un tempo erano, con legna, foglie. frutti, oggetto di coltura e di reddito.
Oggi, basta un giro nei boschi, che sono degradati e rinaturalizzati in negativo: simbolo della fine di un mondo rurale del tempo che fu.

Tv tv

dtt_canali.jpgIl digitale terrestre, che pure ha scompigliato e scompiglia le nostre certezze, è l'evoluzione tecnologica della televisione terrestre e bisogna prenderne atto.
L'aspetto positivo è che, con l'assegnazione di un canale alla Regione per la ritrasmissione delle emittenti estere (canale 41), la "Rai" predisporrà un nuovo multiplex su cui ci saranno di certo "France 2" e "Suisse Romande" (oggi sul "bouquet" principale "Rai") ed altre due emittenti francofone, oltreché un programma germanofono per i walser. Il "mux" (così si dice in gergo...) può ospitare anche svariati canali radiofonici.
Mi auguro che questi passaggi consentano di avere finalmente la "Terza rete bis" che possa diventare uno spazio per avere più trasmissioni locali del servizio pubblico.
La televisione - e non lo scrivo perché son tornato a lavorarci, ma lo penso da sempre - è uno specchio nel quale una comunità deve specchiarsi per ritrovare le ragioni della sua identità, specie in epoca di mondializzazione.

Crocifisso

crocifisso_monte_bianco.jpgAlla fine mi sono smosso da una qual certa pigrizia mentale e mi sono andato a leggere la famosa sentenza del crocifisso della Corte europea dei diritti dell'uomo a tutela della nota Convenzione di cui l'Italia è firmataria.
Sono certo che la gran parte di coloro che la commentano non hanno letto questa sentenza, consultabile dal sito della Corte cliccando qui.
La sentenza, assunta all'unanimità, mostra nelle premesse la lunga storia, addirittura risalente al Regno di Sardegna, dell'esposizione del crocifisso e purtroppo segnala anche le ragioni della difesa italiana, in vero assai modeste e che forse hanno condizionato in negativo i giudici.
Resto convinto che non ci sia nulla di grave nell'esposizione del crocifisso (che pure - lo ricordo - si trova nell'aula del Consiglio Valle), ma prendere i giudici della Corte europea (che, come ricordo altrove, non hanno a che fare con l'Unione europea, ma con il Consiglio d'Europa!) per dei fessi è sbagliato.
Spero che in appello l'Italia sappia ben motivare le ragioni in punta di diritto senza rifarsi alla... filosofia o peggio ancora a un confuso sentimentalismo.

Carlo Gobbo su "Eurosport"

carlo_gobbo_mezzalama.jpgHo fotografato Carlo Gobbo in una giornata da tregenda, quando avevamo appena deciso di rinviare la diretta del "Trofeo Mezzalama", la primavera scorsa, a causa dell’annullamento della gara.
Era come tornare indietro di trent’anni: ero un pischello quando mi trovai nella redazione di "Rta - Radio Tele Aosta" con giornalisti di calibro.
Carlo faceva lo sport e presentava dei giochini, con le sue camicie texane sgargianti, frutto di un periodo negli "States", scrivendo i “pezzi” con una grafia gigantesca ed una miriade di fogli.
Poi, dall’inizio degli anni Novanta, le Olimpiadi invernali e la Coppa del Mondo di sci per la "Rai".
Sino al recente pensionamento che a Carlo andava stretto.
Ecco perché si è buttato a pesce in una nuova avventura: "Eurosport" ha ridato il microfono a Carlo Gobbo, affiancato da Kristian Ghedina per lo sci alpino maschile, rinvenibile su un canale del bouquet "Sky".
Spero che altri seguano la strada di Carlo, perché sarebbe del tutto naturale che giovani valdostani dessero la propria impronta nelle telecronache degli sport invernali.

Ricordando Cesarino

cesare_bordon.jpgCon Cesarino Bordon se ne va un altro pezzo della Valle d'Aosta del Novecento. Uomo di viva intelligenza, con un istinto imprenditoriale spiccato, Cesarino - un liberale di vecchio stampo - ha seguito con acume lo sviluppo del trasporto pubblico dal dopoguerra ad oggi, passato da un'epoca pionieristica alla modernità nel breve volgere di pochi decenni.
Ho avuto con lui divertentissimi episodi quando ero giornalista: ricordo, ad esempio, quando ad "Rta - Radio Tele Aosta" telefonò, nel corso di un dibattito in diretta, un tizio arrabbiatissimo, esprimendosi in patois e Cesarino gli rispose parimenti, convincendolo di non aver subito torti su chissà quale linea!
Ho poi seguito a Roma diverse problematiche delle autolinee e Cesarino era per la sua categoria, anche a livello nazionale, un punto di riferimento, una sorta di memoria storica.
La sua era una passione che rendeva difficile pensare ad un pensionamento, accompagnata oltretutto da un tratto umano ricco di un'anedottica vivace sulla "vecchia Aosta", quel piccolo nucleo di personalità che animavano la società valdostana e non c'era volta, magari anche dopo scontri feroci sui trasporti, quando ne avevo la responsabilità, che non mi dicesse «saluta papà!» .
Il garbo e l'eleganza oggi sono merce rara e Cesarino, senza mai tagliare le sue radici di valdostano doc, aveva queste caratteristiche.

«Habemus il Trattato!»

klaus_vaclav.jpg«Il presidente ceco, Vaclav Klaus, ha firmato il Trattato di Lisbona».
La notizia, così secca, non sembra il finale di una storia lunga e contrastata, durata quasi dieci anni e di cui ora, anche noi valdostani, dobbiamo ben studiare le implicazioni per essere protagonisti e non spettatori. Guardarsi il proprio ombelico è pericoloso, meglio giocare la partita.
Non è la Costituzione europea che speravo: intrisa di federalismo e sussidiarietà, ma consente di uscite dalla "palude Stigia" dove si era finiti.
Per me la soddisfazione personale di avere concorso, nella mia attività europea, alla nascita della "coesione territoriale" e al riconoscimento del particolarismo dei territori montani.
Di questo, nel mio piccolo, sono contento, anche se ora bisogna riempire di contenuti questa novità.
Nel "Comitato delle Regioni" farò la mia parte, essendo stato, qualche giorno fa, riconfermato per i prossimi anni.

Appuntamenti

io_a_tir.jpgCome consigliere regionale, proseguo - sotto la guida di Marco Frasson - l'intervista settimanale sui temi di attualità e non solo.
Mi è stato chiesto di ricordare le emittenti e gli orari di trasmissione del medesimo programma, ogni settimana.
Eccoci:
- Top Italia Radio, martedì dalle 09.15 alle 10;
- Radio Reporter, giovedì dalle 16 alle 16.45;
- Radio Club, mercoledì dalle 15.15 alle 16.
Per me è, in connessione con questo stesso sito, occasione per esprimermi su differenti argomenti.
E' difficile capire quali saranno le nuove frontiere della comunicazione politica, ma certo la radio è uno strumento che rinasce perennemente dalle proprie ceneri e, mentre la carta stampata boccheggia, gode di ottima salute.

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