Non esiste una storia dedicata all'evoluzione del commercio in Valle d'Aosta. Certo, gli ultimi anni hanno visto una trasformazione incredibile: dei negozi della mia infanzia a Verrès non ne resta più neppure uno, con l'eccezione della cartolibreria dove compravo matite e quaderni alle elementari. Idem ad Aosta dove posso, guardando una vetrina, testimoniare il pregresso. Quel che tiene duro, in un mare in tempesta di cambiamenti, è "il mercato", termine che viene dal latino e che oggi viene usato di più, con significato diverso ma parallelo, in linguaggio economico. Ad Aosta, il martedì resta giorno di mercato, una specie di pretesto «per andare in Veulla» e, di conseguenza, è la giornata di ricevimento dei politici e delle riunioni fra sindaci. Dev'esserci qualcosa di antico, di collettivo, di rassicurante nel mercato. Quando mi capita di visitare un Paese che non conosco la visita al mercato - e ne ho visti di straordinari - è uno dei biglietti da visita.