A Copenaghen, per il summit mondiale sul clima, ci andranno tutti leader mondiali. Sugli esiti vedremo, anche se il compromesso sarà di certo al ribasso nello scontro sempre più violento fra gli assertori del riscaldamento globale, che indicano nelle attività umane la responsabilità dei cambiamenti in atto, e i negazionisti che contestano certi dati pessimistici e ridimensionano il ruolo umano in quanto avviene. Per una piccola realtà alpina come la nostra, situata geograficamente nella celebre "banana" europea che designa una delle zone al mondo a maggior sviluppo da moltissimi anni con tutte le "aggressioni" conseguenti sull'ambiente naturale, poco cambia: la realtà è che fra qualche decennio daremo addio ai nostri ghiacciai con grandi conseguenze sulla vita della nostra comunità. E' vero che questo è già avvenuto in passato, ma con ritmi lenti cui l'autarchica società contadina si adeguò e così la rete viaria che traversava la Valle grazie ai colli. Per cui, al posto di litigare, sarebbe bene che Copenaghen indicasse soluzioni comunque ragionevoli e fra queste mi sentirei di indicare la ricerca sui cambiamenti climatici e le loro conseguenze, sapendo che anche da noi, dal problema dell'acqua a quello della difesa del suolo, dalle conseguenze sul turismo alle trasformazioni dell'agricoltura, dalle scelte energetiche all'impatto alle scelte trasportistiche, c'è molto da fare!