La ritualità, anno dopo anno a partire dal lontano 1948, del ricordo dello Statuto d'Autonomia non nasconde la realtà: ogni periodo storico influenza alcuni aspetti dei discorsi pubblici, pronunciati in questa occasione, che seguono gli avvenimenti contingenti che caratterizzano le diverse stagioni della nostra Autonomia speciale. Oggi direi: il primo problema grosso all'orizzonte è il federalismo fiscale e la sua ricaduta sul nostro ordinamento finanziario; il secondo riguarda la necessità di sbloccare un numero ragionevole di norme di attuazione per "rafforzare" l'Autonomia; il terzo è far avanzare in Parlamento il principio dell'intesa per porre mano complessivamente alla modifica dello Statuto. E poi: l'Autonomia speciale è forte se ci credono i valdostani, ricordando che il particolarismo linguistico è un aspetto importante; ci sono poi elementi che necessitano intese complessive, come si dice oggi "bipartisan"; è infine necessario far sistema con le altre speciali. Ultimissima questione: bisogna imporre all'Italia e all'Unione europea un ruolo vero della Valle nella fase ascendente delle decisioni comunitarie che ci interessano, come lo status dei territori montani.