Confesso che mi era molto dispiaciuta la severa sentenza del "Tribunale amministrativo regionale" della Valle d'Aosta sulla strada verso Comboé, decisa per collegare l'alpeggio di proprietà comunale con il fondovalle. A me la delibera, cassata in primo grado, pareva fatta seriamente e consideravo una macchia di cui dolermi che la mia Giunta fosse stata smentita dai giudici amministrativi. Ho appena finito di legge le quattordici pagine di sentenza del "Consiglio di Stato" (severa questa volta con il "Tar", considerando le censure in parte inammissibili e in parte infondate, in sostanza insussistenti), che ribalta il giudizio di primo grado, mettendo non solo la parola "fine" alla vicenda e a tante strumentalizzazioni, ma segnalando come i diversi soggetti pubblici avessero operato con la necessaria correttezza in vista di una decisione politica che, come tutte le scelte, è naturale che possa piacere o dispiacere. Ma il diritto è altra cosa. Certo è che l'analisi delle carte effettuate fa dire ai giudici del Consiglio di Stato che sarebbe stata ben peggio, "non solo per esigenze di contenimento dei costi, ma anche per soddisfare le effettive esigenze dei mandriani", l'alternativa - supportata dagli ambientalisti - della monorataia al posto del sentiero carrabile. Una bella bacchettata!