11 apr 2010
Tutti al capezzale del turismo, chiedendosi che cosa ci sia da fare. Ci pensavo stando due giorni a Venezia, dove se non troveranno una soluzione per regolare i flussi tra pochi anni il "consumo" della città sarà completato. Quando me ne sono occupato, direi che per la Valle mi sono convinto che:
- bisogna puntare sugli stranieri, cominciando dagli europei e dai russi, facendo accordi per il Giappone e snasando per il mercato indiano e cinese;
- gli italiani non vanno snobbati, specie quelli di prossimità ma anche quelli più distanti se l'aeroporto funzionerà, sapendo che la scusa possono essere dei "grandi eventi", quelli veri;
- condizione imprescindibile è avere posti letto di varia gamma, smettendola di trovare escamotage per continuare a far fare seconde case per i soliti noti;
- le Alpi devono fare sistema fra di loro sui mercati più lontani e lavorare per contrastare l'idea che la vacanza sia solo la spiaggia;
- la "tipicità" della Valle va coltivata con una cultura dell'accoglienza che vuol dire che venir da noi deve essere un piacere;
- l'alta montagna, a certe quote, è una nostra ricchezza e bisogna, in tutta sicurezza, accompagnarci i turisti. Potrei aggiungere altri punti - tipo la straordinarietà dei castelli, la forza del termalismo, l'importanza della sentieristica, la chance dei Saveurs du Val d'Aoste - ma questi, intanto, bastano e avanzano!