Non si può non essere solidali con i sudtirolesi dopo il grave e luttuoso incidente ferroviario che li ha colpiti. Ricordo come il treno della Val Venosta fosse stato oggetto di studio - e anche di una trasferta dei consiglieri regionali valdostani - nella scorsa Legislatura. Infatti le caratteristiche montane della linea la rendevano simile a buona parte della nostra tratta ferroviaria e l'assoluta modernità della linea aveva un suo interesse comparativo - specie nel riflettere sul futuro della nostra linea - e gli amici della Provincia autonoma di Bolzano la consideravano un fiore all'occhiello. Per cui certe dichiarazioni sui giornali di oggi - tipo "Corriere della Sera" - sulla maggior pericolosità delle reti regionalizzate (nel caso provincializzata) sono nel caso in esame sbagliate e infondate, essendo gli standard di sicurezza, rispetto ad esempio alla nostra ferrovia che attraversa "zone rosse" (per questo all'epoca della ricostruzione, dopo l'alluvione del 2000, invitai le "Ferrovie dello Stato" a riflettere su di un percorso diverso in certe zone, ma l'eccitazione della... somma urgenza non li trattenne), neppure comparabili a vantaggio di quel trenino di montagna. Conosco bene, per altro, il direttore di esercizio della linea Helmut Moroder e sono certo che nulla può essere ascritto ai gestori della linea e ai progettisti dei sistemi di sicurezza: la modernità non esclude, purtroppo, la fatalità.