Chissà perché i festival musicali estivi non abitano più qui. Pian pianino, partito da Saint-Vincent, il "Disco per l'Estate" - di cui il "Casino de la Vallée" non si era mai assicurato il copyright- si è estinto. E pensare che certe canzoni sempreverdi mettono allegria ancora oggi, come eco dal passato, pieno di immagini e ricordi: da "Sei diventata nera" dei Los Marcellos Ferial a "Tema" dei Giganti, da "Se stasera sono qui" di Wilma Goicha "Luglio" di Riccardo del Turco, da "Ho scritto t'amo sulla sabbia" di Franco I e Franco IV a "Lisa dagli occhi blu" di Mario Tessutoe mi fermo qui. Lo stesso vale per le hits del "Festivalbar", oggi defunto. Ho nelle orecchie canzoni che vanno da "Perdono" di Caterina Caselli a "Acqua azzurra, acqua chiara" di Lucio Battisti, da "E tu..." di Claudio Baglioni a "Olympic Games" di Miguel Bosé, da "Bollicine" di Vasco Rossi a "L'estate sta finendo" dei Righeira. Oggi la musica corre febbrilmente sul web: se penso ai vecchi dischi in vinile, comparati ai file che rimbalzano attraverso la Rete e finiscono sui telefoni dei nostri figli (altro che il mangiadischi!), sembrano passati secoli. E io mi adeguo "scaricando" (legalmente, ovvio).