Ho di fronte a me un regalo che è stato dato ai partecipanti di “Portes Ouvertes” delle Regioni europee, manifestazione tenutasi all’inizio di questo mese. Si tratta di una grande carta geografica dell’Unione europea, con la particolarità di avere, accanto alla tradizionale ripartizione nei 27 Stati membri, anche una ripartizione per Regioni in ciascun singolo Stato. La prima impressione d’insieme riguarda i punti “bianchi”, cioè gli Stati sul Continente europeo, che non sono ancora comunitari, come la Svizzera e gli Stati balcanici. Appare evidente come questa sia ancora una sorta di anomalia da superare.
Il regionalismo, invece. Come non vedere, con la giusta dizione bilingue che noi stessi spesso scordiamo con grave negligenza di Valle d’Aosta-Vallée d’Aoste, quanto la nostra piccola Regione sia minuscola se rapportata all’insieme del territorio dell’Unione. E naturalmente una lettura non solo geografica ma soprattutto istituzionale e politica ci conforta di come i circa 26° territori definibili con il termine “Regione” siano nella realtà dei fatti non solo diversi come estensione ma lo siano soprattutto per la sostanza della loro autonomia. Se guardi il Regno Unito non appare dalla cartina diffrenza fra Scozia e Galles e gli altri territori, mentre la differenza di forme d’autonomia è profonda e lo stesso vale, in Spagna, nel comparare la Catalogna con Regioni vicine ma con Statuti ben più deboli. Ogni riquadrato della Germania corrisponde alle potenti Regioni tedesche e lo stesso vale, con un grado di autonomia più ridotto per l’Austria. I Paesi piccoli (tipo Olanda o Irlanda) hanno storie differenti dal nostro regionalismo e lo stesso vale per i paesi dell’Est e del Centro Europa appena riavviati sulla strada della democrazia locale dopo il centralismo comunista. Anche i Paesi scandinavi hanno una modellista peculiare e poi ci sono Paesi reduci da recenti separazioni, come la Repubblica Ceca e la Slovacchia, o dove nuovi assetti federalisti stanno cercando di salvare l’unitarietà, come il Belgio. La Valle d’Aosta, pur con tutti i limiti dell’autonomia, spicca nel primo gruppo di Regioni con forte capacità legislativa e finanziaria. Dunque se la taglia è quella che è, la sostanza di un modello regionalista ci valorizza e ci pone come un esempio di in Europa. Chi oggi progetta di ridimensionare la nostra autonomia, oggi compie un atto scriteriato non solo nella dimensione nazionale ma anche in quella europea.