Appartengo ad una generazione che ha visto nascere e svilupparsi la televisione e ad una certa età - per i casi della vita, ma con una scelta fatta da ragazzo - mi sono ritrovato a farla e anche nei molti anni di politica a tempo pieno ho sempre guardato alla televisione (ed alla radio) come il mio mestiere. Oggi le televisioni (il plurale è d'obbligo) sono così tante da far venire il capogiro fra digitale terreste, satellite e web. L'offerta, che seguo con curiosità professionale, è incredibile rispetto ad un'infanzia da monopolio della televisione pubblica! L'Auditel - il sistema di rilevamento degli ascolti televisivi - conferma in Valle, pur con la limitatezza del campione, la forza dell'informazione e della programmazione locale, pur relegata in una rete, "Rai3", che apre sul regionale semplici finestre. E sapendo che per certe produzioni - penso alla diretta delle "Reines" in questa domenica - dipendiamo da mezzi esterni, perché Aosta non ha più un pulmino per le riprese. Eppure l'interesse per una televisione regionale persiste e anzi in epoca di mondializzazione non è venuta meno la penetrazione della dimensione locale, di cui la televisione sa essere interprete. E' interessante come "Sky", fiutando l'aria, inizi a proporre canali di importanti televisioni regionali. Da noi questo impegno o è in capo al servizio pubblico o non c'è privato che tenga per la dimensione ridotta del mercato pubblicitario e per i costi di copertura di un territorio montano.