Nel taglio all'ordinamento finanziario della nostra Valle, oggi in primo piano perché l'autonomia politica si fonda su buone disponibilità finanziarie, si incrociano almeno tre strade. La prima, più recente e cospicua, deriva dall'entrata in vigore del federalismo fiscale, che cancellerà in particolare quel fondo compensativo per il venir meno, con il mercato unico, dell'Iva da importazione prelevata principalmente dai Tir in transito all'autoporto (che fu un capolavoro politico in cui rivendico un ruolo). Non ho ancora capito se, come per Trento e Bolzano, ci saranno nuove compartecipazioni fiscali. Ci sono poi - seconda strada - i tagli derivanti dall'ultima, invasiva e anti-autonomista, Finanziaria estiva e ancora, a completamente della "legnata", i vincoli che non consentono di spendere (della serie: "ho i soldi ma non posso impiegarli", come già avvenuto con i limiti comunitari agli aiuti di Stato), che derivano dall'applicazione del "Patto di stabilità" europeo, di recente inasprito con conseguenze non ancora chiare. Il quadro è fosco e le conseguenze saranno palpabili: per curiosità, per essere concreti, chiedetene le conseguenze sul vostro Comune al Sindaco e capirete che non sono fanfaluche. Ci sono poi i rischi che possano emergere tentazioni di indebitamento che attenuino l'impatto ma spostino il problema sulle future generazioni o giochi societari comprensibili per limitare l'impatto sociale. Specie sull'occupazione dei precari, a condizione che, come dicono i veneti, «i tacòn non siano peggio del buso».