Mi sono sempre occupato della cultura walser e ho scritto di mio pugno il testo in vigore dell'articolo 40 bis del nostro Statuto che dal 1993 ha riconosciuto questo particolarismo nel quadro delle istituzioni valdostane e poi, nel 1999, con la legge di tutela delle minoranze linguistiche storiche, sono stati riconosciuti per legge anche i walser delle viciniore vallate piemontesi. Un giorno varrà la pena di capire se e come a questo riconoscimento giuridico sia seguito un reale miglioramento della situazione. La storia dei walser - ho un pochino di patrimonio genetico di quell'origine dovuto alla mia bisnonna - non è tuttavia interamente assorbente del Monte Rosa, la "mia" montagna essendo di Verrès ed essendo stato mio padre per oltre cinquant'anni veterinario della Val d'Ayas. Per questo, quale membro della "Fondazione Internazionale Monte Rosa", avevo segnalato una necessità: facciamo un libro "generalista" sul Monte Rosa, come ne esistono già sul Monte Bianco o sul Gran Paradiso. Il "parto" non è stato semplice, ma con autori importanti, come Luigi Zanzi, Enrico Rizzi, Laura e Giorgio Aliprandi, Augusta Vittoria Cerutti, Vittorio De la Pierre e Saverio Favre, siamo giunti alla fine dell'impresa. E non c'è nulla che offra maggior soddisfazione di un progetto realizzato e ora il voluminoso libro intitolato "Il Grande Monte Rosa e le sue genti" è nelle mie mani e chi lo leggerà troverà informazioni interessantissime. Per chi vuole avere informazioni di sintesi consiglio di vedere lunedì 10 gennaio negli spazi televisivi di "RaiVd'A" un programma che "racconta" il libro.