E' stato Friederich Hegel a scrivere: "Il giornale è la preghiera del mattino dell'uomo moderno". A parte che in Italia, tolti i giornali sportivi, si vendono la miseria di tre milioni di copie e dunque a pregare laicamente in Italia sono pochini, resta il fatto che le pagine nazionali e locali sono ricche di notizie francamente depressive. Ogni tanto mi devo dare dei pizzicotti per capire se non sono finito nel bel mezzo di un brutto sogno o se quel che leggo è davvero nella realtà. Questa mattina, svolte le preghiere in parte cartacee e in parte elettroniche, mi sono convinto che un certo pessimismo è infondato e forse certi miei mugugni sono frutti di un clamoroso abbaglio. Tutto quel che rischia di mettermi di cattivo umore o di intristirmi per le sorti della mia e delle future generazioni è semplicemente una colossale trovata in vista del Carnevale. Maledetto Carnevale, che per qualche giorno rovescia il mondo e mette sottosopra le nostre convinzioni in una specie di sberleffo che deforma i fatti. Deve essere proprio questo e non altro a rendere grottesca la cronaca quotidiana: finiti gli specchi deformanti tornerà, forse, il sereno.