Habemus quorum! Credo che in pochi alla vigilia dei quattro referendum avrebbero messo la mano sul fuoco su questo risultato politico, che ora verrà tirato a destra e sinistra, sotto e sopra, di dritto e di sghimbescio nella logica italianissima in politica di cercare sempre del buono. Per cui, anche in Valle e a fronte di una forte partecipazione al voto, ci sarà chi dubita – come me – dell'alleanza regionale con il Popolo della Libertà e dirà di conseguenza che bisogna essere cauti e rendersi conto della necessità di smetterla di guardare al berlusconismo con speranza e chi, invece, se ne farà un baffo, sostenendo che i referendum non sono elezioni (quando erano elezioni, pochi giorni fa, non erano quelle politiche...) e che l'alleanza va benissimo e che, come si dice, «a caval donato non si guarda in bocca» e, se l'alleanza non si dimostrerà un puledrino, ma sarà un ronzino, poco importa. Insomma: il bello è che c'è spazio per tutti e mi diverte questo ruolo, sempre meno solitario, di "eretico". Andrebbe ricordato come il dissenso politico, in un partito pluralista, sia "il sale della democrazia" e non un atteggiamento appena sopportato, magari architettando contro questo "nemico" pacchi e pacchetti. La realtà, però, è il segnale che viene dai referendum è politico e con un'ampiezza che supera le logiche di voto parziale delle precedenti elezioni amministrative.