Come ho già fatto per l’incontro di Fénis, anche per questa sera ad Hône (ore 20 salone municipale) adopero questo spazio per annunciare la seconda serata, dedicata alla nascita di un nuovo soggetto politico in Valle d’Aosta e assicuro che sarà interessante . Credo che questo percorso in atto sia seguito da amici e nemici (più elegantemente favorevoli e contrari), visto che questo dimostra come la politica valdostana sia in movimento. E la politica resta una delle caratteristiche nel DNA dei valdostani, come si vede dalla storia e dalla voglia che tutti hanno di discutere di temi politici. Come esempio concreto, l’altro giorno, un amico mi ha detto scherzosamente «avete animato i pranzi di Natale!», riferendosi alla concomitanza fra alcune scelte politiche e i momenti conviviali di queste festività appena trascorse. In effetti in molti mi hanno confermato come a rendere frizzanti certe discussioni non siano state solo le bollicine impiegate per i brindisi di rito… In queste settimane, cioè da quando sono passato - nel breve volgere di pochi giorni - da "dissidente" a "malpancista", approdando infine a "ribelle" (definizione ormai invecchiate per come si sono evolute le situazioni), registro molto interesse e naturalmente anche delle critiche, com'è normale che avvenga, visto che con me nessuno ha paura di parlare chiaro (non morsico). A chi critica ho risposto con una massima di Albert Einstein: «Non hai mai commesso un errore se non hai mai tentato qualcosa di nuovo». Nella vita, anche appunto a costo di sbagliare, in molte circostanze mi sono buttato e posso dire - in questo caso specifico - di essere stato roso da dubbi e preoccupazioni, che poi sono svanite nel momento in cui la decisione è stata presa. Ora, usata la fase di rottura (pars destruens), tocca darsi da fare per la parte costruttiva (pars costruens) e questo consente un senso di serenità e permette di porsi di fronte a progetti e programmi con quella "logica nascente" che alimenta entusiasmo. Uno stato d’animo che ho vissuto parecchie volte nel lavoro e nel privato e che consente di affrontare le prove più difficili. Penso che tutti lo abbiano vissuto. Per altro non ho nessuna intenzione di drammatizzare gli avvenimenti: penso che nessuno di noi sia così presuntuoso da pensare di scrivere la storia. Si tratta, volando basso, di fare qualche cosa di serio che smuova quanto ormai gravemente sclerotizzato e inamovibile. Poi vale il caustico Enzo Jannacci con la strofa surreale "l'avvenire è un buco nero in fondo al tram" (noi potremmo dire, per molte ragioni, "treno").