Chissà se il meteo ci prenderà davvero e ci capiterà fra capo e collo, nel volgere di poche ore, l'annunciata "Tempesta di Natale" (battezzata dagli esperti "Dirk", a dimostrazione che il maltempo viene ormai denominato anche con nomi al maschile). La bufera dovrebbe coincidere - con un'inquietante perfezione - con il periodo che andrà dall'odierna vigilia natalizia fino al successivo Santo Stefano. Per carità, sul Natale vige la regola "con i tuoi", ma certo gli spostamenti parentali ci sono e dunque vedremo se peserà l'allarme, che per altro mi pare assai moderato sulle Alpi, almeno fino al momento in cui ho pubblicato queste righe. Vorrei approfittare di questo post per farvi tanti auguri: nel tempo questo spazio ha mutato identità per il modificarsi del contesto complessivo nel mondo dei social media, cui si aggiunge anche il cambiamento nel mio ruolo pubblico. Non è difficile capire come dalla logica del dibattito su queste pagine ci si sia progressivamente spostato verso una lettura a discapito della partecipazione. Una parte del confronto è oggi sul mio profilo "Twitter", che per altro è lìnkato qui a fianco nella sua completezza. Auguro qui e lo farò anche là tanti auguri a chi mi segue: c'è chi lo fa per amicizia o simpatia, chi per interesse che non significa pensarla nello stesso modo e c'è persino chi - meschinetto - lo deve fare per controllare che cosa io scriva. Sai che segreto... Il Natale, fra mille ipocrisie e imperfezioni, ha mantenuto un nocciolo duro che mi piace ancora. Tra l'altro questa maledetta crisi, che fa schifo senza "se" e senza "ma", ha avuto come ricaduta una semplificazione nei rapporti umani, che ci ha liberati da molti aspetti barocchi e ridondanti. Facendo tra l'altro emergere tutti quei bugiardi a cui bisognerebbe portare il carbone vero e nessun regalo! Il Natale è rimasto lì, forse più spoglio e più semplice, come un albero di Natale liberato da troppi festoni e luci o un presepe privato da troppi personaggi attorno alla scena essenziale della natalità. Predico, con il passare degli anni e anche per la curiosa concomitanza dovuta al mio compleanno, un affermarsi degli affetti più profondi e sinceri. Quest'anno poi il caso vuole che martedì 24, mercoledì 25 e giovedì 26 dicembre tornerò a fare, per tre sere, un pezzo di lavoro in televisione, non dietro la quinte - come ormai da quasi cinque anni - ma direttamente sul piccolo schermo. Lo faccio con la testa sgombra e il sorriso, pensando a quel ragazzo che ero quando, nella lontana primavera del 1979, cominciai a fare televisione, convinto che quello sarebbe stato il mio lavoro per sempre, ma poi arrivò - pochi anni dopo - il lungo mandato elettivo. Ora torno negli spazi di "RaiVd'A" e spero che si vedrà che lo faccio con la chiave, quella degli affetti, di cui dicevo. Che il Natale sia con voi.