Attacchiamoci alla Storia e a due frasi celebri, che illustrano con chiarezza lo stato dei fatti nella nostra piccola Valle d'Aosta, che è stata per lunghi tratti della sua storia contemporanea, ma certo e purtroppo non ora, punta di diamante dell'autonomismo italiano. Dal dopoguerra, infatti, per lunghi periodi, l'autonomismo è stato concreto. Poi, come un soufflé, si è sgonfiato, imprigionato in una rete di interessi, che nulla hanno a che fare con la comunità. Per questo, come reazione, è nata l'Union Valdôtaine Progressiste. La viscontessa Marie-Jeanne Roland de la Platière l'8 novembre del 1793, passando davanti alla Statua della Libertà a Parigi, poco prima che, nell’epoca del Terrore, la sua testa rotolasse, tagliata dalla ghigliottina, benché fosse stata anche lei rivoluzionaria, ma girondina e dunque moderata, avrebbe pronunciato la celebre frase: «Oh Liberté, que de crimes on commet en ton nom!». Questa famosa dichiarazione di quella che è anche nota come Madame Roland varrebbe, opportunamente parafrasata, per l'autonomia speciale della Valle d'Aosta, sostituendo "Libertà" con "Autonomia". Trovo clamoroso e degno di indignazione notare come la retorica a grappolo dilaghi in occasioni ufficiali e poi una parte della politica dimostri un totale disinteresse reale per la difesa, ma soprattutto per lo sviluppo dell'autonomia. E vi è anche chi dimostra sui fondamenti storici e giuridici un analfabetismo che fa venire i brividi. Meglio, comunque, gli ignoranti che quelli in malafede o chi impiega la bandiera rossonera della nostra Valle come se fosse la bandiera della "Filibusta" (predoni di mare che nel secolo XVII infestavano le coste del mar Caraibico). Viene da citare, in conclusione, un'altra rivoluzionaria, Eleonora de Fonseca Pimentel, vittima a Napoli del cappio dei Borboni. Il 20 agosto 1799 venne, infatti, impiccata, dopo essere stata protagonista - alla fine di una vita interessante - della breve esperienza della Repubblica Napoletana. Usò, prima di morire, la frase in latino di Virgilio «Forsan et haec olim meminisse iuvabit», che tradotta suona come «Forse un giorno gioverà ricordare tutto questo». Anche questa va a pennello per la Valle d'Aosta. Spiace scriverlo, ma così è e non ne sono per nulla contento. Nessuno può esserne contento, ma non si può per questo - amara medicina! - nascondere la realtà e l'utilizzo strumentale dell'autonomia, come paravento. Tutto per celare atteggiamenti e comportamenti che cozzano con il termine "autonomia", che viene dal greco "autónomos", che significa "che si regola con leggi proprie". Questo significa non solo politica e istituzioni, ma anche un impasto complesso e impegnativo di diritti e di doveri, di valori e di ideali, di onestà e di coraggio. Questioni importanti e non frasi fatte, magari lette sul testo scritto da un ghostwriter.