Forse qualcuno ricorderà come, alla fine del 2012, una frase finì fra le prime notizie: "gli alieni esistono e sono tra noi". A pronunciarla, ma in un contesto di "fuorionda" con qualche elemento scherzoso tale da ingenerare qualche sospetto, fu il presidente russo Dmitri Medvedev. Giorni fa, in un'intervista televisiva, è stato, invece, l'ex presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, a sostenere che, date le dimensioni dell’universo, e la continua scoperta di nuovi pianeti, non siamo gli unici abitanti del cosmo. Anzi, ha aggiunto: «se fossimo già stati visitati, non ne sarei sorpreso». Per poi osservare: «potrebbe essere l'unico modo per unire il nostro mondo sempre più diviso. Tutte le differenze tra le persone della Terra sembrerebbero piccola cosa se ci sentissimo minacciati da un invasore extraterrestre». Personalmente penso che sarebbe davvero da presuntuosi pensare di essere i soli nella vastità dell'Universo o forse, al plurale, degli Universi. Ricordo di aver vissuto, per qualche ora, il batticuore del giornalista che pensava di vivere atmosfera da "incontri ravvicinati". Il caso viene raccontato da chi analizzò scientificamente l’evento sotto il titolo "Quando la Rai inseguì l'ufo in aereo", a firma di Gian Paolo Grassino. Così si spiega nell’articolo: «il caso che presentiamo si riferisce alla serie di avvistamenti di un corpo luminoso diurno avvenuto il 15 settembre 1985 e che ha interessato la Valle d'Aosta ed un ampia zona del Piemonte. La vasta eco di questo caso, riportato con grande risalto sui giornali ed in televisione, potrebbe forse giustificare il nostro interesse, indipendentemente dal fatto che le indagini immediatamente svolte abbiano portato ad identificare la causa delle centinaia di segnalazioni ricevute in un pallone stratosferico di grandi dimensioni, ma riteniamo che esistano anche altri particolari che possono giustificare un approfondimento su queste pagine». Prosegue più avanti la spiegazione: "domenica 15 settembre 1985 i telegiornali serali di entrambe le reti "Rai" riportarono con risalto un servizio della sede di Aosta relativo all'avvistamento, prima da Pila (Aosta) poi dallo stesso capoluogo, di un "misterioso" corpo luminoso in cielo. Contemporaneamente venivano mostrate le immagini di un filmato, girato da bordo di un aereo da turismo noleggiato appositamente da una troupe della "Rai", di un piccolo corpo luminoso che cambiava diverse volte forma passando da quella circolare-ovoidale a quella di una specie di punto interrogativo, a quella di tre "cilindri" accostati. Il servizio segnalava inoltre che il radar di Milano Linate che copre il cielo di Aosta (il piccolo aeroporto aostano "Corrado Gex" di Saint-Christophe non è dotato di apparecchiature di rilevazione e il radar di Torino Caselle è ostacolato dalle montagne) su richiesta del pilota aveva rilevato la presenza dell'aeroplano, ma non aveva nessuna traccia riferibile sullo schermo riferibile all'oggetto che veniva osservato". Poi l’approfondimento: "il 16 settembre, due gruppi dell'attuale sede provinciale di Torino del "Cisu" (formati da Alberto Garino, Gian Paolo Grassino, Camillo Michieletto, Massimo Nebbia e Edoardo Russo) effettuavano un sopralluogo ad Aosta dove, grazie alla collaborazione del giornalista Luciano Caveri, potevano visionare presso la locale sede "Rai" il filmato originale dell'Ufo ed intervistarne l'operatore. Parallelamente venivano intervistati il pilota dell'aereo e alcuni dei testimoni dell'avvistamento, compreso il responsabile della stazione meteorologica dell'aeroporto. Su questa base possiamo affermare che l'oggetto si trovava addirittura in territorio francese, sulla cittadina di Lanslebourg, ad una quota intorno ai 22mila metri. Di conseguenza la distanza in linea d'aria tra il pallone ed i vari avvistatori risulta compresa tra i 40 e gli 80 chilometri. Tracciando un quadro conclusivo, possiamo affermare con sufficiente certezza di aver individuato, in base ai dati raccolti, la causa della serie di avvistamenti del 15 settembre 1985 in un grosso pallone stratosferico di ricerca. Circa la provenienza, escludendo naturalmente la base italiana di Milo (Trapani), si può supporre francese: maggiore "sospetta" è la base di Aire-sur-Adour che proprio nel periodo in questione effettua abitualmente lanci sia per scopi civili che militari". Così si stabilì. Posso dire una cosa? Io non ho ragioni su cui basare esiti diversi e mi inchino alla Scienza. Ma - almeno con la fantasia, che non costa nulla . qualche dubbio recondito su quell'oggetto così cangiante nel cielo mi è rimasto. Mamma, mi sono perduto l'extraterrestre!