Il tema mi interessa, avendo avuto sin da ragazzo una passione per i libri, che facevano la concorrenza a quanto bisognava invece studiare. Certo, ero facilitato da una ricca biblioteca di casa ed anche dal gusto compulsivo per l'acquisto di volumi, sempre assecondato da mio papà, sin dalla lettura fondamentale come punto di partenza, perché appassionante, di tutti i libri di Emilio Salgari. Mi ero abbastanza convinto - e l'ho pure scritto qui - che la benedetta carta stesse davvero perdendo colpi per via degli e-book, che io stesso ho cominciato ad usare per libri che non dovessero essere studiati o consultati più volte. L'aspetto più comodo - senza farmi maledire dai librai, per altro in Valle d'Aosta in diminuzione, come altrove - sta nel fatto che curiosando nelle scansie elettroniche, specie di "Kindle", trovi un sacco di possibilità con il gusto di riversarti il libro sul supporto elettronico in quattro e quattr'otto.
Ma, per fortuna, questo non mi ha privato del gusto di gironzolare nelle librerie alla scoperta, con un ritmo lento, di qualcosa che mi possa interessare in un rito che mi mette di buonumore. Mi sono, da questo punto di vista, sempre sentito un Giano bifronte fra carta e digitale. Ho letto sul punto Antonio Galdo sul sito "Nonsprecare": «Il Grande Ritorno. Potrebbe essere questo il titolo di un fenomeno che sta scuotendo il mondo anglosassone (innanzitutto Gran Bretagna e Stati Uniti) con qualche scossa che arriva anche in Italia: il ritorno, e la riscoperta, del libro e più in generale della carta stampata. Cose che abbiamo rischiato di sprecare in modo definitivo. Ricordate? Da anni suonano le campane a morte dei libri stampati, come se fossero ormai oggetti del culto vintage, senza mercato e senza appeal per i giovani, che vogliono usare solo gli apparati elettronici per leggere (quando leggono). La versione e-book di un libro sembrava destinata a diventare la prima sul mercato tra le diverse opzioni, il Kindle era considerato come l'ultimo assassino del libro cartaceo, come Amazon delle librerie. E invece tutto cambia e si torna al passato, transitando però per il futuro. I numeri sprizzano ottimismo: il mercato del libro cartaceo è in forte ripresa in America (+3,3 per cento nel 2016 rispetto all'anno precedente), in Gran Bretagna (+2,3 per cento), e vola in Russia (+8 per cento). Quanto all'Italia, anche qui nell'ultimo anno le vendite complessive, secondo i dati dell'Associazione italiani editori, sono tornate a salire del 2,3 per cento, sommando le varie opzioni, compresa quella cartacea. Lo stesso discorso riguarda le librerie. Il gigante del commercio elettronico, Amazon, dopo avere messo in ginocchio le librerie indipendenti, ha deciso di invertire la rotta. Sta investendo proprio nelle librerie fisiche, e non virtuali, aprendone una serie in diversi stati americani. Un test, che se dovesse funzionare porterebbe a una vera catena di librerie fisiche Amazon, in tutto il mondo. Il colosso dell'e-commerce ha fiutato l'aria che tira, ha capito che l'omicidio di massa delle librerie rischiava di uccidere anche il libro, e adesso prova a cavalcare la nuova tendenza». Avevo letto una inchiesta qualche settimana fa su "L'Espresso", la cui sostanza -nell'articolo di Sabina Minardi - è questa: "«E' chiaro ormai che l'e-book è solo una delle possibili versioni di un testo, non un sostituto», nota Giovanni Peresson, responsabile del Centro Studi Aie: «Un tempo, un libro passava dalla pubblicazione hardcover alla versione tascabile e supereconomica. Oggi l'e-book è un'altra possibilità, quando magari non si è sicuri dell'acquisto, o di fronte a un testo tecnico o professionale: il campo dove l'e-book funziona meglio è l'editoria di varia. Per altri generi, invece, la carta offre dei vantaggi che nessun e-book avrà mai: gli illustrati, i libri per ragazzi, la manualistica. Il fatto, poi, che anche copie singole siano stampabili a prezzi decisamente bassi non fa che rafforzare la scelta del libro di carta». E le annunciate infinite possibilità dell'e-book? «Al momento il libro elettronico non aggiunge niente all'esperienza di lettura. L'autore dovrebbe concepire sin dall'inizio un libro in versione digitale, ma sarebbe un'altra cosa». I dati confermano il fenomeno: «I lettori esclusivi di e-book, secondo indagini Aie, sono tra l'uno e il tre per cento», sostiene Peresson, una percentuale non dissimili dal resto d'Europa: «E proprio i più giovani, i più inclini alla tecnologia, preferiscono la lettura su carta». Ovvio che in Italia il trend partito in ritardo appaia, in cifre, in crescita: oggi l'impatto degli e-book rappresenta il 5,1 per cento delle vendite trade (nelle librerie, online, nella grande distribuzione). Era il 4,2 per cento nel 2015; il 3,4 per cento nel 2014. In termini di fatturato gli e-book valgono oggi 51 milioni di euro, rispetto ai 281 milioni dell'intero mercato digitale. Ancora più chiara è la tendenza all'estero, dove la crescita dell'e-book si è fermata: negli Stati Uniti, punta dell'iceberg nella lettura di e-book, i libri digitali rappresentano il 17,3 per cento del mercato. Non solo il sorpasso del libro tradizionale non c'è stato, ma secondo l'Association of American Publishers nel 2015 si è già registrato il segno meno: -11,3 per cento a valore, -9,7 per cento a volume. Al contrario, secondo Financial Times, sono aumentate del 3 per cento le vendite di libri di carta". Mi fermo qua e osservo quanto sia banale una constatazione: la difficoltà crescente di seguire l'ondata dei diversi fenomeni sociali, che sfuggono davvero ad ogni forma di ragionevole previsione. In questo caso per la fortuna dei libri di carta, che tornano sulla scena, accompagnati forse dall'auspicata sopravvivenza e forse ripresa delle librerie.