E' sempre meglio capire le cose per tempo piuttosto che rincorrerle. Questo comportamento è indispensabile per seguire tutte quelle innovazioni tecnologiche, nel senso più vasto del termine, che stanno cambiando la nostra vita. Le novità ci sono sempre state sin dalla preistoria attraverso tutta la storia umana, ma forse l'elemento originale sta - nel mondo attuale - nella velocità di certi cambiamenti, che incidono sulle stesse generazioni molto più di quanto avvenisse un tempo. Un esempio interessante: l'altro giorno il notaio Giampaolo Marcoz mi raccontava di come, per il "Consiglio nazionale del Notariato" di cui fa parte, lui si occupi di tutta una serie di problemi di innovazione, fra i quali l'intelligenza artificiale e l'incidenza che avrà sulle professioni liberali, compresa la loro.
Avevo già letto qualcosa, ma la questione mi stuzzica e vado a cercare. Dice la "Treccani": "intelligènza artificiale (IA), disciplina che studia se e in che modo si possano riprodurre i processi mentali più complessi mediante l'uso di un computer. Tale ricerca si sviluppa secondo due percorsi complementari: da un lato l'intelligenza artificiale cerca di avvicinare il funzionamento dei computer alle capacità dell'intelligenza umana, dall'altro usa le simulazioni informatiche per fare ipotesi sui meccanismi utilizzati dalla mente umana". E' una dimensione non ignota per chi, come osservavo all'inizio, ha ancora visto il calamaio sul banco di scuola e ora scrive questa nota su di un telefonino. Il caso vuole che trovi su "Paris Match" l'intervista a un uomo d'affari francese, Charles Edouard Brouée, autore di un libro, che non è di fantascienza, malgrado il titolo suoni così: "La chute de l'empire humain". Così racconta a Romain Clergeat: «Aujourd’hui, nous sommes à un point d'inflexion. Nous avons la convergence des algorithmes, des données et la puissance de calcul. Cette dernière va continuer à augmenter, les algorithmes à s'améliorer et les données, à croitre. D'ici dix ans, il y aura l'apparition de l'intelligence artificielle portative. La fracture numérique sera réduite, nous y aurons tous accès, mais cela va bouleverser le monde. Les entreprises, comme les états. Dans un sens plutôt positif. Cela va rééquilibrer le rapport de force entre les particuliers-consommateurs et les grandes entreprises. Et aussi menacer les mastodontes actuels: les "GAFA - Google Apple Facebook Amazon". Il y aura ensuite une deuxième étape, que j'ai située en 2038, où arrivera l'Intelligence Artificielle Générale. Aussi appelée la Singularité. Le stade où on ne peut plus prévoir la nature exacte des bouleversements à venir. Ce sont les vingt ans à venir qui détermineront les modalités de l'étape finale». Più avanti osserva Brouée: «L'intelligence artificielle, ce n'est pas une technologie, c'est le futur. Cela va impacter la partie la plus fondamentale de ce qu'est un être humain. D'où les débats très clivés auxquels on assiste. Entre ceux qui disent qu'il faut la stopper car c'est dangereux pour l'homme. Et d'autres, qui n'y voient que le progrès. Or, c'est une avancée technologique que l'on ne pourra pas arrêter. C'est pour cela que j'ai appelé mon livre "La chute de l'empire humain". Contrairement au passé, ce ne sont pas des empires qui vont en remplacer d'autres. C'est toute la planète où l'humain opère qui va être modifiée. Et ceux qui disent savoir comment cela va se passer ont tort. On ne sait pas. Cela va arriver plus vite qu'on ne le croit. Sans que l'on puisse vraiment contrôler les choses». Infine il businessman propone uno scenario: «Où s'arrête l'humain et où commence la machine? L'intelligence artificielle portative vous suivra toute votre vie, sera alimentée par votre corps et évoluera avec des updates d'algorithmes. L'étape suivante pouvant être la connexion à l'ensemble du réseau». E infine: «Arrivera un moment où il y aura un label "fait par les humains". Ce que fera la machine sera tellement parfait que cela en deviendra ennuyeux. Dans les villes, on vendra des produits plus chers mais faits par des humains. Légèrement imparfaits…». Insomma: ci saranno blog in giro pieni di post perfettini e documentati e ce ne saranno di imperfetti, ma umani, come quello che avete appena letto! Ma quel che conta, al di là della battuta, sta proprio nel capire come questo impatterà su molti lavori e su tante professioni. La fabbrica dei robot è già una realtà, ma ora professioni come il notaio, l'avvocato, il commercialista, il giornalista rischiano di sparire o certo di trasformarsi profondamente con l'impatto di una macchina che farà meglio di noi certe cose e questo - come in certi film di fantascienza - prefigura un futuro umano quantomeno inquietante. Chissà però se una intelligenza artificiale, magari con fattezze umane straordinarie, potrà mai capire le sottigliezze della battuta di Ennio Flaiano: «Ho una tale sfiducia nel futuro che faccio i miei progetti per il passato».