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13 set 2017

Passioni

di Luciano Caveri

Raramente parlo del mio lavoro radiotelevisivo, da cui sono partito illo tempore ed a cui sono tornato conclusi i miei mandati elettivi che hanno coperto ben più di un ventennio. Trovo che chiunque faccia politica deve sapere che, se votato da qualche parte, è normale che le circostanze e in particolare la fine delle esperienze possano farti tornare a lavorare dov'eri ed in ciò non esiste nessuna lesa maestà, ma è la normalità. Quando capita di fare radio o televisione, è anche solo per un secondo ogni volta come avere una macchina del tempo e tornare a quel ragazzino che quarant'anni fa trasmetteva con gli amici dagli studi di "Radio Saint-Vincent" con l'entusiasmo e la sfrontatezza di quegli anni in cui pensavamo che le radio fossero davvero libere e non commerciali.

La desolazione odierna sull'etere - con grandi gruppi che rastrellano emittenti e frequenze - è il segno della sconfitta, e, poco tempo dopo, lo stesso avvenne - era il 1979! - dagli schermi di "Radio Tele Aosta". Credo che nel lavoro ci sia - quando si è fortunati - una sorta di vocazione ed il microfono e la telecamera, associati o dissociati, mi sono sempre piaciuti e credo di avere una sorta di naturalezza nel loro impiego. Poi il "mestieraccio" aiuta ed a questo si aggiunge la passione. Il termine "passione" è interessante, perché copre un'intera gamma di sentimenti umani: dalla sofferenza (la passione di Cristo) alla concupiscenza della carne, passando attraverso diversi altri significati anche molto distanti. Ha scritto Elias Canetti su questo "fuoco": «Una passione può essere indicibilmente bella quando torna a nascere cieca, avventata, dalla domesticazione, dall'ordine e dalla consapevolezza. Si salva proprio perché minaccia distruzione. Chi vive senza passione non vive; chi la padroneggia sempre, vive a metà; chi in essa va in rovina, ha per lo meno vissuto; chi la ricorda ha futuro, e chi l'ha bandita non ha altro che passato». Uno di questi è la passione intesa come una predilezione spiccata per qualche cosa e l'anglicismo "hobby" (da "cavalluccio, giocattolo preferito") non rende la forza del sentimento. Nel caso mio, oltre alla politica, che è passione intensa, c'è la fortuna di avere una lavoro, che è appunto - per me - appassionante. E, forse pensando a questo, e alla situazione che va dalla passione professionale alla passione come passatempo ho pensato ad una serie radiofonica chiamata "Passioni". Guardatevi attorno e scoprirete che ognuno dei vostri conoscenti è roso da qualcuna di queste passioni. Così martedì prossimo - prima puntata sui Giochi (non quelli d'azzardo!) - a spiegare il fuoco che arde in loro ci sarà un giovanissimo giocatore di dama (ma gli piace anche il calcio), già campione, Elia Cantatore; racconterà la sua storia un appassionato di bridge (ma anche di montagna) Luciano Murari; un appassionato di giochi elettronici e di computer, comprese le stampanti 3D, un mondo in piena espansione, Stefano Tornago (che ama le moto); Davide Millet, invece, gioca e si traveste con i "Ghostbusters", gli acchiappafantasmi del celebre film. Poi gli ospiti esterni, intervistati da Elena Meynet, con una visione singolare. Il mago e comico Raul Cremona e la coppia di alpinisti che ha raggiunto tutti gli "ottomila", Nives Meroi e Romano Benet. Storia quest'ultima particolarmente intensa, pensando a come Benet abbia raggiunto il suo traguardo con la moglie, malgrado nel 2009 abbia scoperto di avere una grave malattia e abbia subito due trapianti del midollo e relativa chemioterapia. Ma le passioni, su cui in certi casi già si sta lavorando in quel lavoro di fino che non appare poi nella sua complessità una volta che si è "on air", cioè "in onda", sono molte. Pensateci un attimo: dai libri ai vini, dai formaggi al ballo, dai viaggi alla fotografia, dal cinema alla palestra, dagli animali al collezionismo. Penso che non ci sia nessuno che possa dire di non coltivare o di non aver coltivato delle passioni. Io ne ho persa qualcuna per strada, come la filatelia, mentre alcune sono così brucianti da diventare compulsivi, come il possesso e la lettura dei libri, di cui un tempo facevo razzia in libreria, mentre oggi molto spesso soddisfo la mia voglia di possedere subito un volume con un clic sull'ebook. Per cui in "Passioni" avrò modo di scavare ancora di più in questa voglia di impadronirsi di qualcosa, qualunque cosa sia, per accompagnarci nella nostra vita, illuminando - appunto con la passione - un pezzo di cammino.