Nei dintorni del Natale si va al cinema perché fa parte del pacchetto delle tradizioni. Per altro, nel limite del possibile, ritengo andare di tanto in tanto in una sala cinematografica un dovere civico. Ricordo quando a Verrès è stato chiuso dire per sempre il cinema "Idéal" e tutti a stracciarsi le vesti, ma i simpatici gestori valdostani della "Dreamlight" hanno spiegato a suo tempo con grande semplicità che la prima causa della triste scelta stava in una semplice constatazione: i conti non tornavano perché erano troppo pochi gli spettatori ed un'attività commerciale non prevede beneficenza. Sono stato a vedere "Il Grinch", cartone animato della "Illumination" e della "Universal Pictures" basato sull'amato classico di Natale.
Avendo l'ultimo figlio in età di cartoni godo dell'alibi di poter vedere queste pellicole animate che sono confezionate in modo magistrale e, quasi sempre, con un duplice livello di lettura, per grandi e piccini. Per cui si accontentano tutti. Racconta Davide Sica su "Movieplayer", partendo dal noto libro cui si ispira anche questo cartone: «Pare che lo pseudonimo con il quale è conosciuto in tutto il mondo, Theodor Seuss Geisel l'abbia scelto nel periodo dei suoi studi a Oxford. Dalla birreria di famiglia chiusa a causa dell'avvento del Proibizionismo al prestigioso ateneo universitario, Geisel dagli anni '30 diventa Dr. Seuss e prima ancora di diventare il papà de "Il Grinch", si lancia nel mondo del giornalismo e della pubblicità, firmando diverse vignette. Romanzi, fumetti, campagne pubblicitarie, cortometraggi - tra cui "Design for Death", premiato con l'Oscar nel 1947. Dr. Seuss nell'ultimo secolo e anche dopo la sua scomparsa ha invaso con il suo talento e il suo spirito irriverente qualsiasi mezzo di comunicazione, contaminandolo con un bizzarro immaginario e influenzando la cultura americana, la società e la politica con i suoi popolari slogan. Il 29 novembre 2018 arriverà nelle sale italiane la nuova versione cinematografica de "Il Grinch", film basato sull'omonimo racconto del 1957, già fonte di una celebre versione cinematografica del 2000, con Jim Carrey nei panni dello scontroso personaggio color verde». Così Sica riassume la storia del mostriciattolo dal colorito verde che odia il Natale: «Ghigno canzonatorio stampato in faccia, l'essere antropomorfo verde dal "cuore due volte troppo piccolo" vive da eremita nel Monte Krumpit, sopra la cittadina di Chistaqua, abitata da personaggi con sembianze umane chiamati "Chi". Il Grinch ha un caratteraccio che lo porta a vivere in perenne stato di misantropia, eccezion fatta per il fido cane Max, e con una sola vera avversione: le festività. Il Natale, in maniera particolare. Il Grinch rispecchia buona parte della poetica del Dr. Seuss e la sua prima apparizione risale al 1957, nell'omonimo libro per l'infanzia. La popolarità globale, come spesso accade con i personaggi letterari, arriva con la prima trasposizione sullo schermo. Nel 1966 Il Grinch è protagonista dello special tv "Il Grinch e la favola di Natale!", firmato Chuck Jones, il creatore di Will E. Coyote e del Road Runner. Uno speciale che divenne un classico dell'animazione del periodo natalizio, trasmesso fino al 1987, e premiato con l'Emmy Award. Prodotto dalla "Metro Goldwyn Mayer", il personaggio nello special era doppiato da un'icona del genere horror come Boris Karloff, e si fece facilmente strada attraverso la cultura popolare anglosassone del ventesimo secolo, diventando, suo malgrado, una popolare figura natalizia». Questo Cattivo, che si redime alla fine della storia con il più classico degli happy end, è assolutamente convincente rispetto ad una categoria gli odiatori del Natale che esiste davvero e lo possiamo vedere - a diversi livelli di gravità - nella nostra vita quotidiana. Il Grinch incarna il cattivo malevolo: potrei citare qualche nome, cognome, indirizzo. Senza troppo scomodare comportamenti malvagi se non luciferini, credo che si possa dire che ci sono persone cattive di indole e di carattere. Ricordarselo a Natale, quando siamo tutti "buoni", è sempre utile! Aggiungo che le celebrazioni di San Nicola ad inizio dicembre in area germanica (walser compresi) mostrano in numerose località dell'Alto Adige-SüdTirol come il Santo sia stato in grado di volgere al bene i "Krampus". Sono creature brutte e spaventose, che indossano un mantello di pelliccia sul quale sono appese delle pesanti campane. Il loro viso è nascosto da una maschera di legno da cui spuntano le corna. Possiedono inoltre lunghe fruste di salice o catene sferraglianti. I "Krampus" simboleggiano i diavoli dell'Inferno, spaventosi ma "domati" dal Santo. Anche questo un lieto fine.