Guardo dalle finestre le montagne innevate e penso a quanto sono stato fortunato a nascere ed a crescere in Valle d'Aosta, che è territorio alpino per eccellenza ed ogni volta che snocciolo la nostra altimetria il dato suscita stupore con i suoi 2.100 metri di media. Era insopportabile, in questo inverno, non aver goduto a sufficienza di quel cambio di livrea che il panorama assume con il biancore della neve. Oggi, come riparo dall'aggressività che deborda dalla lettura mattutina dei giornali, cercavo nella memoria - come boccata d'ossigeno - qualcosa che avesse a che fare con le gare di sci. Mi vengono in mente delle gare da bambino, tipo "Giochi della Gioventù" con un carognoso percorso gibboso e ghiacciato a La Thuile (con "Ovomaltina" fumante e consolatoria all'arrivo) oppure le gare del "Cai" di Verrès al Breuil-Cervinia. Da grande ricordo le divertentissime gare di sci delle televisioni europee, con noi della "Rai" di Aosta - tutti giovanissimi - in ritiro (si fa per dire) per allenarci a Rhêmes-Notre-Dame oppure le gare dell'Union Valdôtaine in diverse località con pranzi pantagruelici a seguire.
Mi viene sempre da ridere a pensare a me stesso al cancelletto di partenza. Non mi sono mai emozionato di fronte a incontri con personalità importanti, discorsi in aule parlamentari o comizi con folla, ma la partenza della gara di sci, quando metti i bastoncini ed il cronometrista fa il conto alla rovescia e ti tocca partire mi ha sempre dato il batticuore. Così, l'altro giorno, per la prima gara del piccolo Alexis ero a metà pista con telefonino d'ordinanza per una ripresa ed avevo io il groppo in gola quando sapevo che stava per esserci lo "start" (partivano a trenta secondi l'uno dall'altro) e le riprese sono state fantozziane perché guardavo nello schermo, ma sbirciavo le porte successive prima dell'arrivo in un pendio di Pila dove io stesso ho fatto delle gare. Il pargolo è arrivato in fondo con un risultato non eclatante ma era felice come una pasqua di questa sua prima competizione ed è quello che conta. Noto con piacere - che a parte qualche genitore che esagera a prendersi sul serio e pressa il piccolo sciatore in modo esagerato - come il clima per i piccoli sia competitivo ma giocoso e lo si vede nel momento topico della ricognizione del percorso in un clima simpatico e senza alcuna ossessione. Gli stessi allenatori hanno ormai un approccio progressivo, che mi hanno spiegato è legato al fatto che se si stressano troppo i bimbi appena adolescenti scoppiano e lasciano le gare. Per cui, modus in rebus, bisogna avvicinarli allo sport con intelligente progressione, senza mai essere invadenti e ossessivi. Poi - a dire il vero - chi ha il fuoco sacro della competizione lo si vede già che ha una marcia in più senza bisogno che ci siano troppe spinte. Quel che è certo è che vedere seicento bambini con le loro tute degli "sci club", tutti bardati da gara, con codazzo di coach e genitori era uno spettacolo bellissimo. Lo era in partenza e in arrivo, lo era nella pausa pranzo dove i bambini facevano il loro sacrosanto baccano sparsi nei locali della conca e poi alla premiazione finale dove i migliori si sono conquistati la finale sull'Appennino a Cimone-Sestola, dove gareggiai nella gara dei parlamentari italiani (questa me l'ero dimenticata all'inizio e partecipai a più di un'edizione!). I nostri ragazzini, abituati alle Alpi, scopriranno un'altra realtà, dove capita anche di sciare fra faggi e betulle e dove l'accoglienza modenese passa anche attraverso i prodotti tipici (segnalo il "Parmigiano", quello vero, di montagna). So che sono noioso a ribadire come - fatta salva la neve, che resta il prezioso e costoso (se artificiale) "carburante" - lo sci dovrebbe restare lo sport invernale per eccellenza in Valle. Rispetto tutte le discipline sportive, anche le più eccentriche in una zona di montagna, ma certo notare un certo declino dello sci e la scarsa attenzione che le scuole ormai danno, assieme al disinteresse di molte famiglie spiace. So bene, per esperienza, quanto lo sci e non solo quello agonistico sia costoso, specie per le attrezzature ed anche per gli abbonamenti, quando finiscono le tariffe agevolate che vanno fino ad una certa età con diverse formule. Eppure che non si può che confermare non solo la salubrità di questo sport all'aria aperta, ma di come sia una delle chiavi d'accesso alla conoscenza della montagna, che sembra oggi una grande assente per molti bambini che pure abitano in ambiente alpino.