Durante un'intervista con il veterinario del "Parco nazionale del Gran Paradiso", Bruno Bassano, ho scoperto, nella mia trasmissione radio, il lieto fine di una storia iniziata nel 2013, quando arrivarono dall'"Alpenzoo" di Innsbruck due lontre in Valsavarenche. Poi il maschio - sterilizzato per evitare la riproduzione per regola imposta dalla Forestale valdostana (ma a Caramanico nel Parco della Majella e stato consentito) - fuggì per trovare la libertà. Ne scrisse nel 2016 la penna impareggiabile di Enrico Martinet su "La Stampa": «E adesso "Cagliostro" è sparito. Fino a un anno fa le orme di questa giovane lontra maschio erano state trovate sulla sabbia delle rive della Dora di Valsavarenche, poi più nulla. Le telecamere del Centro del Parco destinato alla lontra non l'hanno più inquadrato».
«Erano riprese notturne di qualche secondo - si legge nell'articolo - che mostravano il legame tra "Cagliostro" e "Camilla", l'esemplare femmina. Erano cresciuti insieme, anche se "Camilla" è più vecchia, nel Nord della Germania. La lontra è un mustelide che nelle Alpi ha avuto vita grama. Il suo predatore è l'uomo, in natura non ha nemici. E in Valsavarenche c'erano fino agli Anni 50. Il Parco del Gran Paradiso ha avviato uno studio con l'idea di sperimentare una reintroduzione». Adesso per la cronaca nel centro ci sono due femmine e un "maschio" (uso le virgolette perché anche lui è stato castrato). E "Cagliostro"? Si è comportato come una specie di "Papillon", il noto personaggio che fuggi dalla colonia penale della Guyana in cui era imprigionato. Spiegava Martinet: «"Cagliostro" dopo alcuni ritorni per cercare "Camilla" ha deciso di fuggire. Alcune tracce sono ancora state viste a Fenille, vicino alla presa per l'energia idroelettrica. Sarebbe molto disneyano scrivere che "Cagliostro", combattuto tra una vita libera e una d'amore, ha scelto l'ambiente naturale. In realtà il suo ritorno notturno da "Camilla" era conseguenza del suo istinto, dell'abitudine e del fatto che altri animali della sua specie non ci sono in Valsavarenche. Il veterinario del Parco, Bruno Bassano, spiega: "C'era la puzzola, ma non è chiaro il perché non ci sia più. La lontra era presente sia in Valle d'Aosta sia nelle valli Orco e Soana. E' stata sterminata dalla caccia con le trappole, i lacci. E' animale territoriale e gli esemplari sono limitati. In un torrente come quello di Valsavarenche possono vivere due nuclei familiari. Dopo la riproduzione, così come accade per il lupo, i giovani esemplari si allontanano dal nucleo originario per formarne un altro"». Appunto: e "Cagliostro", anzi ad essere precisi "Skippy", come lo chiamavano i guardaparco, dov'è andato? E' stato individuato in una sua residenza stanziale e dimostra che la Natura fa muovere gli animali con destrezza con spostamenti istintivi che colpiscono per la loro precisione. Infatti è finito - arrivandoci a nuoto attraverso la Dora e camminando con i suoi arti corti e palmati laddove necessario - nel Marais, così descritto da "Vivavda": "Costeggiando la Dora Baltea, nel tratto tra La Salle e Morgex, si arriva inaspettatamente in un punto della Valle d'Aosta in cui l'acqua si espande a formare laghetti e acquitrini nella boscaglia di ripa. E' questa una particolare zona umida, oggi nota come "Riserva naturale regionale del Marais". Un rifugio per tutte quelle specie faunistiche e floristiche amanti dell'acqua, ormai molto rare, se non addirittura del tutto assenti nel resto della regione. Questo ambiente umido di fondovalle, uno dei pochi rimasti in Valle d'Aosta, è strategico per alcuni uccelli acquatici sia durante la nidificazione, che nella fase migratoria. I migratori, infatti, trovano qui una zona di sosta in cui alimentarsi e rifugiarsi nel corso dei lunghi trasferimenti che li portano dai siti estivi a quelli invernali e viceversa». Lì sorge anche lo Stabilimento ittiogenico di Morgex, dove ovviamente non manca il pesce. L'ovvio paradosso è che fra le ragioni della scomparsa della lontra c'erano le trappole dei pescatori, che consideravano le lontre dei loro competitori, ed oggi la lontra fuggiasca si sfama dove i pescatori allevano il pesce! Che nessuno tocchi la lontra fuggitiva! Ho avuto la fortuna, tanti anni fa, di vedere una lontra sguazzare in un laghetto appenninico e ne rimasi colpito e affascinato con quel suo musetto baffuto e le movenze sinuose ed eleganti quando nuota pacioso.