Seguo con viva curiosità - direi intellettuale, se non fosse un parolone - quanto giorno per giorno dice Papa Francesco, il Papa più mediatico che ci sia stato a mia memoria, soprattutto perché sa sempre trovare una modalità per stupire per le cose che dice. Qualche settimana fa, ad esempio, ha pronunciato queste frasi: «Tante volte avvertiamo orrore per il male e il dolore che ci circonda e ci chiediamo: "Perché Dio lo permette?". E' una profonda ferita per noi vedere la sofferenza e la morte, specialmente quella degli innocenti! Quando vediamo soffrire i bambini, è una ferita nel cuore. E' il mistero del male. E Gesù prende tutto questo male, tutta questa sofferenza su di sé».
E più avanti ha spiegato: «L'uomo si aspetta che Dio "sconfigga l'ingiustizia, il male, il peccato e la sofferenza con una vittoria divina trionfante". Dio ci mostra invece una vittoria umile che umanamente sembra un fallimento. E possiamo dire: Dio vince proprio nel fallimento. Il Figlio di Dio, infatti, appare sulla croce come uomo sconfitto: patisce, è tradito, è vilipeso e infine muore. Gesù permette che il male si accanisca su di Lui e lo prende su di sé per vincerlo». Ci pensavo - senza averne la risposta - rispetto alle terribili vicende di questo 2016, un anno per molti versi esemplare di questo nuovo secolo - e non certo perché porta con se la nomea noir di un "anno bisesto" - che coincide anche con un nuovo millennio. Io ho delle sensazioni assai negative su dove stiamo andando: pensiamo a casi irrisolti come quello della dolente, ma anche inquietante, immigrazione dai Paesi del Terzo Mondo verso l'Occidente; mi riferisco a conflitti irrisolti in tutto il mondo con casi macroscopici come Siria e Libia, a due passi da noi; ricordo la catena ininterrotta di stragi di stampo islamista, come Bruxelles e Nizza, sempre per registrare quelle di maggior prossimità; ma ci sono anche avvenimenti drammatici come lo scontro fra i treni in Puglia ed altri gravi incidenti; infine questo maledetto terremoto che ha sconquassato alcuni paesini dell'Appennino e di cui ancora registriamo in queste ore la terribile litania dei morti ritrovati sotto le macerie. Questo terremoto, in un’Italia messa male al di là della propaganda renziana tutta sorrisi e annunci, davvero non ci voleva, rendendo tutto più difficile, perché sarà pur vero che le tragedie obbligano le comunità a serrare i ranghi, ma le ferite aperte sono davvero molto gravi e non riguardano solo l'aspetto materiale. Per la semplice ragione che, finita l'emergenza, sarà bene interrogarsi su come mai certe cose non vanno e l'oblio è spesso un comodo alibi, visto che a cadere a pezzi non sono stati solo i vecchi edifici, ma persino - lo cito come caso esemplare - la nuova scuola con "adeguamento sismico" del paesino di Amatrice. Fossimo stato in periodo scolastico sarebbe stata una strage ulteriore! Così si torna, inevitabilmente, alla necessità di capire il Male, così terribilmente presente nella nostra vita, anche sotto forma di minacce macroscopiche e non solo con i mille casi quotidiani in cui si insinua e si manifesta. Qualche tempo fa, in un convegno pubblico, il celebre giornalista e scrittore Eugenio Scalfari, laico per definizione anche sa da tempo ha avviato - e per un nonagenario fa impressione! - un lucido dialogo proprio con Papa Francesco, ricorda una verità così articolata: «Come non credente osservo: le potenzialità del Dio monoteista non sono possedute dagli uomini ma sono da tutti desiderate: noi vorremmo essere ardentemente eterni, onnipotenti, onniscienti e onnipresenti. Non lo siamo e perciò attribuiamo a Dio ciò che vorremmo per noi. Gli attribuiamo sentimenti tipicamente nostri: amori, giustizia, ira, perdono, misericordia. Il male no, Dio è soltanto bene. Il male tuttavia esiste. Chi l'ha creato? La risposta a questa domanda è assai incerta da parte dei tre monoteismi, ma se Dio ha creato tutto l'esistente e se il male esiste, la logica vorrebbe che Dio abbia creato anche il male. Oppure chi?». Ma certo la questione non si scarica solo nei sistemi religiosi, nati anche per alleviare le sofferenze e darci un destino salvifico dopo di noi, ma riguarda proprio la nostra umanità: se già sappiamo che la Natura ed il Fato colpiscono con durezza in certe circostanze, è davvero possibile che - laddove andiamo a creare artificialmente situazione di discordia e di violenza - non si riesca a mettere una pezza per vivere meglio? Capisco quanto sia ingenua la domanda, che è ovviamente retorica, ma ogni tanto sarebbe bene pensarci.