Il punto di partenza è una vecchia storia di famiglia. Nelle lettere scritte da Palmi in Calabria - dove a inizio Novecento mio nonno Renato era Sottoprefettto - ai suoi corrispondenti ad Aosta, mia nonna Clémentine Roux scrive con commozione della morte da neonato del suo primogenito, in quel Sud che lei descriveva nel suo bel francese come un mondo lontano ed esotico. Il piccino si chiamava Séverin come il figlio che nacque successivamente alla sua morte, ed era stato consumato dalla terribile "febbre spagnola". Questa influenza colpì un secolo fa quasi tutto il mondo e fu una tragedia per l'umanità. Anche la Valle d'Aosta ne subì le conseguenze, comparativamente meno tragiche di quanto avvenne in altre Regioni.
Perché ne parlo? Perché crescono nel mondo le manifestazioni dei negazionisti della pandemia con diversi livelli di gravità. Credo che tutti noi ne conosciamo qualcuno ed anche in Valle d'Aosta c'è chi afferma la negazione dell'esistenza del virus, considerato come frutto di una montatura, arrivando al complottismo vero e proprio con il "covid-19" come un disegno criminoso e non sanitario, ed in mezzo ci sta di tutto. Ma quel che è interessante e che la Storia si ripete e cento anni fa esistevano i negazionisti della "spagnola" citata all'inizio. Ha scritto "Il Post": "Non è la prima volta che le mascherine diventano il simbolo della lotta a un'epidemia e il terreno di scontro, anche violento, tra chi è favorevole a indossarle e chi no, per ragioni diverse: era già successo ai tempi dell'influenza spagnola, che si diffuse in tutto il mondo dal gennaio del 1918 al dicembre del 1920, causando tra cinquanta e cento milioni di morti su una popolazione di due miliardi di persone. A leggere i giornali e i racconti dell'epoca, le misure per contenerla ricordano quelle prese per il coronavirus. In Italia, l'isolamento e la quarantena furono rispettati scrupolosamente solo dalle truppe dell'esercito (era infatti in corso la Prima guerra mondiale, terminata l'11 novembre del 1918). Nell'autunno del 1918 le autorità locali chiusero le scuole, i teatri e i cinema, ordinarono disinfezioni di strade, telefoni pubblici e stazioni ferroviarie; erano sconsigliati abbracci, baci e strette di mano e c'erano campagne che invitavano a non sputare in strada ma a usare fazzoletti di carta o stoffa. Misure simili, tra cui i divieti di adunanze e manifestazioni, vennero prese in molti altri paesi e si diffusero anche le mascherine, come testimoniano molte fotografie del tempo. Erano molto diverse da quelle di oggi ed erano fatte sostanzialmente di strati di garza e cotone". Per queste misure ci furono proteste di piazza e negli USA nacque la "Anti-mask league" con manifestanti a volto scoperto come ora. Ma oggi l'amplificatore di posizioni anti-scientifiche e teorie complottiate sono i "social", che viaggiano a gran velocità e sradicare certi contenuti non è facile e non sarà semplice assicurare la copertura vaccinale con troppe persone invasate e di fatto pericolose.