Massimo Bray, editore e politico, mi colpisce con questo scritto sul sito della "Treccani". Parte subito con coraggio: «E' in questi momenti così difficili che una classe dirigente responsabile deve mostrare la sua capacità di assumere decisioni e di essere punto di riferimento per tutti i cittadini. Non è il momento di "individuare" i colpevoli della situazione in cui viviamo a causa della seconda ondata della pandemia da "covid-19". Avremmo potuto cogliere questa occasione per capire che la politica di "prevenzione" dovrà essere al centro della buona politica dei prossimi anni (nella sanità come nella tutela del paesaggio) e speriamo che ciò che sta accadendo serva per orientare le scelte del prossimo futuro». Non a caso cita a questo punto un intervento della immunologa Antonella Viola sulla medesima pubblicazione: «L'innalzamento della curva dei contagi da "covid-19", che negli ultimi giorni ha subito un'impennata, è davvero preoccupante. Come ribadito più volte, il virus non è mutato in questi mesi».
«Con l'arrivo dell'autunno - continua la citazione di Bray - ci si aspettava un incremento dei contagi e lavorare insieme per cercare di tenere piatta la curva era e rimane l'imperativo da osservare. Siamo solo ad ottobre e ci attendono molti mesi prima di giungere di nuovo all'estate, quando verosimilmente il virus allenterà la sua morsa; in questi mesi bisogna cercare di limitare al minimo attività, spostamenti e incontri per non trovarci di nuovo con gli ospedali pieni di malati». E più avanti: «Come affrontare quindi i lunghi mesi invernali e primaverili che ci aspettano? Inutile dire che non c'è una risposta definitiva a questa domanda. Un ruolo importante lo avrà la diagnostica. Grandi vantaggi saranno legati alla disponibilità dei test salivari antigenici, che consentono di dare risposte rapide in contesti come la scuola, l'università e gli ospedali, dove, per l'alto numero di persone presenti, il monitoraggio deve essere serrato e non può seguire i tempi e le modalità dei tamponi molecolari. Attraverso una strategia diagnostica basata su questi test si potrà identificare rapidamente i positivi ed evitare la diffusione del contagio. Poi c'è la questione dei tracciamenti. Con i numeri di contagi in salita e un sistema di tracciamento basato su poche persone e scarsa tecnologia, si è perso il controllo dell'epidemia. Il virus non può essere lasciato libero di muoversi: è necessario un utilizzo coordinato di test e sistemi avanzati di tracciamento, aspetti che purtroppo sono stati poco sviluppati nei mesi tra la prima e la seconda ondata. Tuttavia, nessuna pandemia può essere contenuta senza l'attiva partecipazione della gente e l'adozione di quei comportamenti necessari a evitare il diffondersi del contagio. Una delle più belle canzoni di Francesco De Gregori recita "La storia siamo noi" e questa frase oggi è quanto mai vera. Siamo noi a decidere cosa accadrà nei prossimi mesi; noi, con le nostre scelte, con il rispetto in prima persona delle regole, con i sacrifici, anche grandi, che dobbiamo compiere in nome di un bene maggiore che è la salvaguardia della salute e del tessuto sociale del nostro Paese». Ma di nuovo con Bray torniamo alla visione umanistica del problema: «Quali provvedimenti? Occorre anzitutto utilizzare un linguaggio che spinga tutti noi cittadini a condividere e mostrare un convinto senso di responsabilità in ogni nostro comportamento. Evitando di usare parole che possano evocare, anche solo metaforicamente, scenari bellici: nemico invisibile, siamo in trincea, combattiamo la guerra più pericolosa -, ma scegliendo, invece, parole che invitino a ricostituire quel senso di comunità e solidarietà che avevamo tutti apprezzato nella prima fase di chiusura totale. Responsabilità, consapevolezza, solidarietà, rispetto, comunità, ecco le parole che vale la pena di ripetere e riempire di significato. Tra le scelte prioritarie indicherei la scuola e la tutela del lavoro (i numeri prospettici sulle possibili conseguenze sull'occupazione sono preoccupanti). Quindi comunichiamo in maniera piana che i nostri sforzi devono essere rivolti a questi obiettivi. Faremo tutti più attenzione perché saremo consapevoli che ognuna delle nostre scelte può avere ricadute su chi abbiamo vicino (in famiglia, a scuola, come nei luoghi di lavoro)». Un giusti incrocio di pensieri, che faccio miei.