Nella vita tutto cambia, come dice una celebre canzone "Todo cambia", che conosciamo per la voce dell'argentina Mercedes Sosa, ma in realtà è stata scritta dal cantante cileno Julio Numhauser nel 1982 in piena dittatura di Pinochet, quando dovette scappare in esilio in Svezia perché dissidente del regime. «Cambia ciò che è superficiale, e anche ciò che è profondo, cambia il modo di pensare, cambia tutto in questo mondo. Cambia il clima con gli anni, cambia il pastore il suo pascolo, e così come tutto cambia che io cambi non è strano. Cambia il più prezioso brillante, di mano in mano il suo splendore, cambia nido l'uccellino, cambia il sentimento degli amanti. Cambia direzione il viandante, sebbene questo lo danneggi, e così come tutto cambia, che io cambi non è strano». Così è per me in questi giorni concitati, in un periodo difficile che resterà scolpita nei nostri ricordi.
Da domani sarò in aspettativa dalla "Rai Valle d'Aosta" a chiusura di un ciclo della mia vita durato undici anni e, facendo per l'ennesima volta i cartoni con qualche lacrima per quel che lascio, mi assalgono tanti ricordi. Entrai in realtà alla "Rai" da giovane: era il 22 febbraio del 1980, giorno del compleanno di mio papà. Per sette anni fui cronista appassionato per il nascente Telegiornale e per la storica "Voix de la Vallée". Poi per ventidue anni restai in aspettativa per mandato politico,. Tornai appunto nel 2009 come responsabile della Struttura Programmi, vale a dire quelle trasmissioni televisive (mezz'ora al giorno) e radiofoniche (un'ora al giorno) che si occupano di argomenti vari aderenti alla realtà valdostana con l'uso dell'italiano, del francese e del francoprovenzale. Un lavoro che mi è piaciuto e penso di averlo fatto con l'impegno necessario. Avrei potuto fare altro in "Rai", sfruttando le esperienze accumulate, ma il fatto di essere stato politico - precedente utile per far carriera per altri - per me è stato semmai un handicap. Ma va bene così, perché sono potuto tornare al microfono, mia grande passione. Resta, a chiusura, la certezza che il servizio pubblico radiotelevisivo resta importante per la nostra Valle, che ha bisogno di notiziari e telegiornali ed anche di quegli spazi di trasmissione che sul video ed in modulazione di frequenza raccontano storie più approfondite ed accumulano un materiale che finisce nelle teche, offrendo per chi verrà una fonte documentale senza eguali. Mi auguro che questo insieme enorme di registrazioni venga digitalizzato per evitare il degrado che colpisce in particolare quanto fissato con vecchi standard che rischiano di svanire nel tempo e che si possa riversare tutto quanto in una banca dati accessibile via Web da parte dei cittadini. Sarebbe un'operazione culturale di coltivazione della memoria del nostro popolo. Intanto volto pagina e la mia vita fatta di cicli e di città che ho amato, come Roma, Bruxelles e Strasburgo, torna all'impegno politico a casa mia ed il mio cuore si butta oltre l'ostacolo con energia e voglia di fare.