In tempi normali la figura del "negazionista" potrebbe essere catalogata fra le persone inutili e blandamente nocive, mentre oggi c'è poco da scherzare e penso perciò che sia ora di prendere provvedimenti seri con chi, in piena pandemia, fomenta il prossimo su diversi aspetti che ruotano attorno all'emergenza. Spesso questa figura è incarnata da un classico nei nostri paesi: si tratta del litigioso "bastian contrario", che spicca in tante occasioni per dimostrare di essere il più intelligente, nuotando controcorrente come atteggiamento mentale e comportamento usuale. Lui sa! Sono andato a vedere su l'Accademia della Crusca l'origine: "La prima attestazione dell'espressione "bastian contrario" risale al 28 febbraio 1819, in un intervento di Ludovico di Breme apparso sul numero 52 del giornale "Il Conciliatore" con il significativo titolo "Ai Signori associati al Conciliatore il compilatore Bastian-Contrario". Nel 1918 Alfredo Panzini, nella terza edizione del suo "Dizionario moderno", cita l'espressione popolare e dialettale "Bastiàn contrari" come «detto di persona che contraddice per sistema» e, a partire dalla settima edizione (del 1935), integra: «Bastiàn cuntrari: popolare, detto nelle terre subalpine di persona che contraddice per sistema".
"Fu in fatti un Bastiano Contrario, malfattore e morto impiccato - prosegue l'Accademia - il quale solamente in virtù del cognome diede origine al motto». La concomitanza dell'uso dello pseudonimo-personaggio da parte di Ludovico di Breme e l'aggiunta di Panzini spingono a collocare la nascita dell'espressione nell'Italia nord-occidentale, in particolar modo in Piemonte: lo suggeriscono anche i vocabolari del piemontese che registrano in modo pressoché costante l'espressione fin dagli inizi dell'Ottocento a fronte del silenzio riscontrato negli altri dizionari dialettali e di lingua; e lo confermano anche alcuni esempi dell'uso di bastiano citati da Bruno Migliorini nella sua monografia "Dal nome proprio al nome comune" (Genève, Olschki, 1927, p. 230). Ma "bastian contrario" (o "bastiancontrario") si è diffuso nell'italiano in modo così ampio da aver perso qualunque connotazione locale e da essere anzi sottoposto a vari tentativi di appropriazione regionale (ad esempio è inserito in certe raccolte lessicali toscane e fiorentine) che hanno finito per rendere ancora più difficile la ricostruzione esatta della sua origine. Sull'identificazione del personaggio si sono fatte poi infinite ipotesi: c'è chi ha proposto il brigante sabaudo Bastian Contrario, che su incarico del Duca Carlo Emanuele di Savoia avrebbe condotto dal 1671 un'azione di disturbo nelle zone di confine con la Repubblica di Genova (un'ipotesi che valorizza l'origine piemontese); altri invece, all'interno del processo di "fiorentinizzazione" dell'espressione, pensano al pittore fiorentino Bastiano da San Gallo, a causa del suo peculiare carattere". In fondo questo scavare nelle origini dell'espressione cambia poco la sostanza e la psicologia del negazionista, spesso iperattivo e costruttore di reti in cui convogliare la propria febbrile voglia di apparire brillantemente fuori dal coro. Quel che trovo pericoloso - e come tale non difendibile con la libertà d'espressione - è come il negazionista adoperi ormai gli strumenti del Web per il suo proselitismo, alimentando catene di disinformazione spacciate per una militanza coraggiosa e libertaria. Da qui la tendenza di piccoli leader a creare comunità per esaltare le proprie convinzioni attraverso uno stravolgimento della realtà, che crea oggi ondate pericolose in una situazione già difficile. Alcuni mi scrivono e vedo la marea montante di una vera e propria paranoia, che già fa del male e ne farà ancora di più quando la questione vaccini sarà ad una svolta decisiva. Dovrebbe essere la Giustizia a battere un colpo ed a perseguire atteggiamenti mentali che sobillano al compimento di veri e propri reati durante l'emergenza pandemica.