Esiste sugli impianti a fune un'incomprensione grande come le Alpi. Mai come in questo momento è così. Posso capire, ripeto posso capire che esistano rischi nella catena degli impianti a fune: ci sono problemi da risolvere all'arrivo ai parcheggi e per l'ottenimento dello "skipass"; lo stesso vale per le code e per le salite, pur diverse come accortezza, in telecabina, in funivia, in seggiovia; poi bisogna evitare assembramenti sulle piste e naturalmente bisogna essere attentissimi per la stessa ragione in bar e ristoranti. Era l'insieme di misure scelte dagli esperti delle Regioni, che con gravissimo ritardo sono state esaminate da questa specie di Tribunale speciale, che è il "Comitato tecnico scientifico". Lo stesso Comitato ha eccepito con controproposta al protocollo con osservazioni più o meno pertinenti.
In un Paese normale il "Cts" avrebbe non solo fatto più in fretta, pensando alla posta in gioco per l'economia e l'occupazione in montagna, ma avrebbe chiamato gli estensori per un confronto immediato e alla pari per accelerare le cose. Nulla, infatti, risulta essere insormontabile. Invece non è stato così e mi spiace moltissimo di questo atteggiamento supponente.