Non ci sono dubbi sul fatto che io abbia sempre creduto alla ricomposizione del mondo autonomista. Un processo che deve avvenire assecondando un idem sentire popolare che è stufo per due ragioni. La prima sono le troppe divisioni di chi in realtà crede nei medesimi valori e si è disperso per ragioni comprensibili, ma che possono essere superate con regole democratiche condivise e rispetto del pluralismo. Bisogna però - secondo punto - anche affrontare in modo sereno la perimetrazione di questo mondo autonomista per evitare quelle incursioni esterne che spesso hanno inquinato le sorgenti. La posta in gioco non è di poco conto e non riguarda le pur legittime ambizioni personali, ma una progettualità condivisa per il futuro di quel puntino sul mappamondo che è la nostra Valle d'Aosta. Piccoli come siamo dobbiamo, nel nome del buonsenso, agire insieme con rispetto reciproco e Statuti chiari cui attenersi. Altrimenti sarà il "divide et impera" di cui godono coloro che all’Autonomia non credono affatto.