Invecchiare ha qualche vantaggio. Non sono molti, tanto per dirci la verità. Fra questi spicca l'esperienza. Tema che se mi avessero proposto al tempo dei miei vent'anni mi sarei fatto una grassa risata, essendo allora... inesperto. Certo, allora avevo più energie, maggiori guizzi, pensieri più freschi e forse originali. Però ora ho accumulato tante cose che allora non conoscevo. Ci rifletto oggi, che non ho proprio una vita davanti (ma chi può giurare di averla appena nato?), in questo ruolo politico in cui mi sono ritrovato, dopo quella che spero di poter considerare un'onorata carriera in diversi posti. Situazione che mi consente di guardare le cose senza troppe ambizioni, nella speranza di tornare utile nei compiti che mi sono stati assegnati. Ma l'esperienza torna come scatola piena di utensili da usare secondo le necessità. Ci pensavo in queste ore in cui - per via dei fondi comunitari per gli anni a venire - sto facendo un giro, purtroppo via "Zoom", delle diverse Unités des Communes (già Comunità montane), che si concluderà con il Comune di Aosta.
Per un europeista, che si è occupato anche al Parlamento europeo di quella grande intuizione che fu la Politica regionale, è sempre un piacere far vedere questo lato buono dell'Unione europea, ormai prevalentemente presa a calci, talvolta con qualche ragione e la gran parte delle volte per solo partito preso. Si tratta di programmi vari, che si concretizzano in progetti i più vari, che non sono soldi spesi sul territorio, ma obbligano a sforzi d'ingegno ed a darsi da fare. Infatti le regole europee sono molto rigorose, talvolta persino troppo, ma obbligano a metodo e approfondimento, anche se questo può mettere paura alla parte oscura della burocrazia. Burocrazia che serve, ma che di tanto in tanto vede in azioni complicatorie di affari semplici, incendiari che appiccano i fuochi per far vedere quanto siano bravi a spegnerli. Amo i dirigenti e funzionari che arrivano allo scopo, concordando su come farlo bene e rapidamente. Dote non molto comune. Ma dicevo dell'esperienza in questo tour attraverso la mia amatissima Valle. L'esperienza significa anzitutto aver girato in lungo ed in largo la mia piccola Regione alpina e dunque quando si associa un problema ad un luogo posso con esattezza situare e ambientarmi. Sempre l'esperienza mi permette di associare la questione posta - per vedere se e come si incroci con i fondi comunitari - con dossier su cui c'ero già stato in passato. Se questo poi avviene con i Sindaci esiste quell'aspetto (verrebbe da dire di "realpolitik") fatto di cose concrete senza troppi ideologismi. Ad un tema deve corrispondere una possibile soluzione. Una politica di prossimità che ho sempre praticato, anche quando sono stato in Assemblee importanti e teoricamente remote rispetto alla quotidianità. Considero questa mia posizione un privilegio e mi rende fiero dei miei capelli bianchi. Dirò di più: l'esperienza in sé sarebbe sterile se non pensassi sempre all'utilità che può avere una trasmissione delle competenze. Perché avrei dovuto investire me stesso in tante strade diverse se poi tutto finisse nella soddisfazione di un curriculum vitæ e di un cursus honorum?