Ormai mi sono abituato a certi scenari della politica valdostana e cioè alla presenza di "manovratori" o presunti tali che, con una certa periodicità, suggeriscono a "giornalisti amici" scenari suggestivi su Caio o su Sempronio nella logica di tenere tutto in fibrillazione. Così nascono casi, alimentati da dietro le quinte, che rasentano talvolta il grottesco. Basterebbe informarsi con gli interessati per avere risposte, ma con il retroscenismo alla fine si può dire quel che si vuole, anche se deforma la realtà dei fatti. Un'attività apparentemente giocosa di chi vuole "contare" e dunque gonfia o sgonfia situazioni, ispirando articoletti in cui trasforma le cose a proprio piacimento, mischiando fatti e commenti. Si potrebbe trattare di un puro divertissement, quasi dopolavoristico, se non fosse che questo rumore di fondo infastidisce e crea ambiguità che sorgono da ricostruzioni fantasiose e pettegolezzi petulanti. Spiace doverlo segnalare ed aggiungere che le difficoltà attuali, in una situazione piena di incertezze dovute alla pandemia con un mare di problemi seri da risolvere, non consente sussurri e grida di chi vuole solo disturbare e buttare tutto in caciara.
Il male di questi anni in Valle d'Aosta sta nella continua instabilità, che ha fatto danni e rischia di farne ancora se si consentiranno ancora questi giochi di chi fomenta divisioni ed alimenta voci che servono a destabilizzare la Regione. E' vero che gli equilibri usciti dalle urne restano ballerini e che atteggiamenti ideologici ed elettoralistici fanno solo del male, ma nuocciono anche le azioni di chi si diverte dall'esterno del Palazzo a far saltare il banco, progettando chissà quali orizzonti, aiutandosi con suggerimenti a chi poi ne scrive. Perché oggi bisogna occuparsi della comunità e cercare gli elementi che uniscono più che quelli che dividono. Per questo ci vogliono impegno e serietà e soprattutto lealtà. Qualcuno sorriderà per l'uso di questo termine, ma la lealtà è importante, perché resta l'unico modo per evitare "apprendisti stregoni" e registi che vogliono costruire trame a loro piacimento, disturbando in momenti delicati in cui senza ripartenza si rischia grosso. Basta, dunque, con chi traffica e complica in una logica di eterna divisione e zizzania. So bene che anche questo fa parte della Politica, che non è luogo da educande e dunque non mi stupisco che si usi qualunque arma per affermare la propria presenza. La mia non è dunque una "mozione degli affetti" o un discorso sentimentale, ma dire solo che ci vogliono serietà e capacità di isolare chi preferisce fare delle divisioni il proprio pane quotidiano. In questo momento in particolare bisognerebbe farne a meno. Per questo l'unico antidoto a certi veleni è non farsi distrarre e puntare con il dito chi agita inutilmente le acque.