In politica bisogna sempre avere cautela nel giudicare quanto avviene in casa d'altri ed è salutare ogni forma anzitutto di autocritica. E' bene sempre ed in ogni occasione avere il senso delle Istituzioni e ricordarsi quanto gli eletti abbiano doveri particolari per il ruolo al quale sono stati chiamati. La crisi dei partiti politici è un male comune e la decrescente partecipazione si evidenzia dappertutto. La democrazia rappresentativa soffre di molti mali, ma non ha alternative e dunque bisogna essere al suo capezzale per capire come le istituzioni possano far fronte a difficoltà e cambiamenti. Non si gioca con il fuoco e, senza andar troppo distanti, basta guardare in Europa a come democrazie acerbe come quella ungherese e quella polacca ci vuole poco a transitare verso regimi dai tratti autoritari. Altro esempio eclatante è come la democratica Europa, che spesso evoca federalismo e sussidiarietà, abbia misconosciuto il problema della Catalogna, appoggiando di fatto la politica repressiva della Spagna in spregio a principi fondamentali, qual è il diritto all'autodeterminazione dei popoli.
Ho vissuto, e la considero una fortuna, anni in cui ho visto funzionare i partiti con passione e presenze massicce, così come ho visto e vissuto Assemblee elettive vivaci e influenti a Roma come a Bruxelles. Sono stato testimone ed anche in parte protagonista di stagioni interessanti nel Consiglio Valle con un livello molto elevato e dibattiti avvincenti. Per questo da parlamentarista convinto soffro molto della scelta dell'opposizione di non partecipare in questo periodo al Consiglio Valle a causa di quello che considerano un vulnus nell'operatività dell'assemblea per il black-out nel gruppo del Progetto Civico Progressista con due consigliere su sette che hanno lasciato la maggioranza in un clima pasticciato che andava evitato per tempo. Penso che sia legittimo avere la necessaria chiarezza e spero avvenga in tempi rapidi per capire chi fa che cosa nell'Assemblea. Il confine fra maggioranza ed opposizione dev'essere sempre chiaro e già da mesi le succitate consigliere vagavano in una sorta di terra di nessuno e questo non è un bene, pur nel rispetto delle loro posizioni su alcuni temi non più coincidenti con la maggioranza. Ogni indebolimento della credibilità della politica finisce per essere uno straordinario assist per chi cavalca l'antipolitica e l'antiparlamentarismo. Ed è un peccato mortale che ciò avvenga, perché la mia impressione è che la pandemia sia servita a capire come demagogia e populismo abbiamo dato vita a tendenze pericolose. Ora come non mai ci vogliono concretezza e impegno e non parole al vento e polemiche continue che avvelenano i pozzi. Ciò detto vorrei aggiungere un ultimo pensiero che riguarda la sostanza dell'ordinamento valdostano che cementa l'attuale regime di Autonomia speciale. Esiste in generale e la colpa non è solo dei politici una sorta di oblio rispetto ai fondamenti delle ragioni (nel decreto luogotenenziale del 1945 si diceva «condizioni geografiche, economiche e linguistiche»!) che oggi portano a confermare l'Autonomia come imprescindibile a difesa della comunità valdostana. A questo oblio bisogna reagire per non diventare come l'isola dei Lotofagi dell'Odissea.