Oggi mi occuperò di un tema valdostano. Capita ogni tanto di doverlo fare, perché nasco e vivo qui, anche se cerco di vedere il mondo non restando solo all'ombra del mio campanile. Certo che mi sento - uso la parola senza paure - un "nazionalista valdostano", ma federalista e direi cosmopolita, per cui nessun sovranismo o giacobinismo avvelena i miei pensieri. La nascita in Consiglio Valle del Gruppo fra Alliance e VdAUnie (con MOUV' come chiarisce il simbolo depositato) ha un significato per nulla contingente. Pur nel mantenere la loro identità, questa scelta fa parte di un filone di pensiero cui ho sempre aderito. Nasco come Union Valdôtaine, transito in Union Valdôtaine Progressiste non accettando gli indirizzi assunti dal mio Movimento d'origine, per poi scegliere con MOUV' un'ulteriore scelta di coerenza rispetto alla mia storia autonomista. Scelte politiche dolorose ma che considero ancor oggi indispensabili per potermi guardare allo specchio e non macchiare il mio percorso, che considero essere stato sempre coerente nelle mie decisioni.
Tuttavia ho sempre detto che in politica bisogna sempre avere il coraggio di guardare avanti e astrarsi da situazioni storicizzate. Ho avuto l'onore di rappresentare in diverse Assemblee la Valle d'Aosta, alla Camera dei Deputati, al Parlamento europeo, al Consiglio d'Europa, al "Comitato delle Regioni", e l'ho sempre fatto nella logica di massima rappresentanza. Ho potuto capire in queste situazioni esterne, ma anche nella politica valdostana e mi riferisco al Consiglio regionale, quanto per il popolo valdostano sia negativo che esista uno spezzettamento eccessivo, che favorisce la logica di chi ci guadagna con il celebre "divide et impera". Ecco perché ogni pezzo dì un puzzle dì ricostruzione va visto in positivo e non sono giochetti politici ma scelte strategiche che hanno una sola logica: ritrovare più quel che può unire rispetto a quanto divide. E lo si fa in un momento decisivo e non drammatizzo affatto. Ogni giorno - e lo potrei lungamente motivare con troppi esempi, purtroppo - si evidenzia un vento antiregionalista, che diventa ben più grave per un'Autonomia speciale che ha delle sue fragilità, malgrado lo Statuto di Autonomia. Per questo come non mai - verso Roma e verso Bruxelles ed anche verso il resto del sistema regionalista - bisogna tornare a contare di più e questo spetta in primis ad un mondo autonomista che deve cercare un comune denominatore. Ho apprezzato il capogruppo dell'Union Valdôtaine, Aurelio Marguerettaz, che ha preso atto con interesse della formazione del nuovo Gruppo politico. Sono segnali importanti sui quali bisogna ora impregnarsi per proseguire con altre tappe. Si tratta - con metafora montana - di un'ascesa molto complessa verso la vetta e questa scalata deve avvenire legandosi in cordata per essere solidali e in sicurezza gli uni con gli altri. Resto convinto che questo obiettivo sia considerato importante dalla larga parte dei valdostani, che da anni spingono perché si passi dalle parole ai fatti.