Non sempre è facile trovare la quadratura fra l'ottimismo e il pessimismo, fra le cose buone e quelle cattive, fra i giorni che ti sembrano essere stati ben vissuti e quelli in cui ti senti uno straccio. In fondo siano sempre ed in ogni momento come equilibristi sospesi su di una corda e percorriamo il cammino della nostra vita con gioie e dolori. E bisogna trovare sempre appigli. Jacques Brel, cantautore belga, ha avuto la dote di raccontare storie con intelligenza e garbo con un francese ricco di poesia. Ascoltarlo aiuta a riflettere non solo a lui, ma a noi stessi, evocando certi suoi pensieri quello che siamo con i nostri punti di forza e le nostre fragilità.
Vorrei ricordare con le sue parole questa storia dei "piccoli soli": «Le plus important, ce sont les petits soleils. Les petits soleils de chaque jour. Un sourire, un mot d'encouragement, un échange, un petit plaisir ou un grand, tout ce qui nous rend heureux, joyeux, vivants. Tous les petits soleils qui illuminent nos journées à côté desquels il ne faut surtout pas passer». Pensavo ai miei piccoli soli: i miei genitori che sono quelli che mi hanno fatto crescere, a mio fratello sempre presente, ai miei figli che sono il futuro. Penso agli amori, piccoli e grandi, che mi hanno scaldato il cuore e alla donna che amo, che il cuore me lo fa battere ogni giorno. Ricordo gli amici, che ruotano nel cielo della vita, rendendotela migliore. Così come evoco certi insegnanti che mi hanno illuminato dalle scuole dell'obbligo all'Università. Bisogna avere la capacità di ricordare e di stare all'erta ogni volta che tristezza, malumori e sfortune ci rendono come ciechi rispetto a piccoli doni quotidiani che riempiono lo zaino dei nostri ricordi, che non vanno museizzati ma rinnovati ogni giorno, mantenendo la capacità di essere sorpresi con quel candore che nascondiamo spesso sotto la pellaccia. Mi vengono in mente le persone conosciute nel percorso di giornalista, compresi i colleghi cui ho voluto bene. E poi la politica e i ruoli elettivi grazie alla fiducia dei cittadini. Ho conosciuto anche lì personalità che mi hanno fatto crescere e collaboratori con cui ho condiviso soddisfazioni e momenti difficili. Sono stati piccoli soli i miei animali di compagnia, le buone letture, i viaggi che ho fatto. Ha ragione Brel quando segnala le piccole cose quotidiane: un sorriso o una carezza, una buona bottiglia e una cena conviviale, un paesaggio indimenticabile ed una sciata memorabile, la montagna come il mare. I piccoli soli, nel corso della vita, si accendo e si spengono. Quanti ricordi non sono ripetibili e ogni anno che passa perdiamo qualcuno che ci lascia. Cambiano situazioni, gusti e idee nuove sostituiscono quelle vecchie. Mai fermarsi diventa indispensabile per non farsi travolgere dal rischio di fermarsi e di diventare fermi e polverosi. Il tepore e la luce dei piccoli soli servono a questo: a sentirsi vivi e ad esserlo veramente, sforzandosi di guardare il mondo con crudo realismo anche per le troppe cose che non ci piacciono e ci incupiscono. Non viviamo in mezzo alle rose e ai fiori, perché ci sono per tutti momenti difficili, perdite insostituibili, malattie minacciose e anche orizzonti cupi. Ma i piccoli soli ci sono sempre nel ricordo e nella capacità di scoprirne ogni giorno di nuovi.