E' orrendo vedere le fotografie scattate in Ucraina da coraggiosi fotoreporter, alcuni dei quali uccisi dai russi. L'apice si è raggiunto con le immagini dei civili barbaramente uccisi a Bucha, una città vicina a Kiev. Incredibile che anche in Italia qualcuno abbia cavalcato la propaganda russa, che ha sostenuto che non fosse null'altro che una messa in scena. Se non ci fosse la minaccia nucleare, di cui Vladimir Putin si approfitta, non ci sarebbero dubbi da parte mia sulla necessità di un intervento massiccio degli eserciti occidentali contro l'aggressore. Putin, se a lui non ci penseranno i suoi concittadini, dovrà rispondere dei suoi atti e con lui tutti coloro che ne stanno assecondando la follia sanguinaria, che va denunciata senza tabù diplomatici.
Ho trovato un intervento interessante e competente dell'avvocato Alessandro Continiello sulla rivista Giurisprudenza Penale. Ne riporto, soprattutto a mio beneficio, qualche passaggio: «Fu solo al termine della Seconda guerra mondiale che incominciò l'emersione di beni giuridici propri della Comunità internazionale di interessi che superano i confini di un singolo Ordinamento statale. La Comunità internazionale sentì, infatti, l'esigenza di punire i responsabili di gravi crimini commessi durante la guerra: e, per la prima volta, si parlò concretamente di crimini internazionali e di responsabilità degli individui. L'occasione fu offerta, in primis, con il noto "processo di Norimberga", istituito con la finalità di giudicare e condannare i criminali nazisti. Tre erano le figure di crimini internazionali previste dagli Statuti del Tribunale militare internazionale di Norimberga e di Tokyo: i crimini di guerra, i crimini contro la pace, e i crimini contro l'umanità». Prosegue l'articolo: «Nello specifico, il termine "crimine contro l'umanità" viene per la prima volta evocato in occasione del massacro degli armeni, ma verrà definito con precisione, all'interno del Diritto internazionale, solo in occasione del "processo di Norimberga". Negli stessi anni verrà introdotto l'uso del termine "genocidio", coniato dall'ebreo polacco Raphael Lemkin, che verrà poi recepito dagli organismi internazionali. Tal crimine, definito come la "sistematica distruzione di un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso", verrà codificato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, nella "Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio" del 1948. A cinquant'anni dallo svolgimento di quei processi, si è insistentemente tornati a parlare di crimini internazionali, in relazione ai gravi avvenimenti vetrificatisi nella ex Jugoslavia e nel Ruanda. Anche in questo caso la Comunità internazionale avvertì la necessità di non lasciare impuniti i responsabili dei gravi crimini commessi: a questo fine, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU istituì due Tribunali penali internazionali. Un notevole passo in avanti si è, poi, avuto con la Conferenza dei Plenipotenziari, tenutasi a Roma dal 15 giugno al 17 luglio 1998, che si è conclusa con l'approvazione dello Statuto che decreta la costituzione permanente della Corte penale internazionale. Quest'ultima, definita così per indicare i procedimenti del Tribunale militare internazionale per l'Estremo Oriente, conosciuta anche con l'acronimo "Icc" (dalla sua dizione in inglese, "International criminal court"), concerne i gravi crimini che riguardano la Comunità internazionale: il genocidio, i crimini contro l'umanità, i crimini di guerra e di aggressione. E' un Tribunale - permanente - per crimini internazionali con sede all'Aia, in Olanda». Ho firmato una petizione dei radicali affinché Putin ed i suoi scagnozzi vengano giudicati proprio lì e condannati per quel che stanno facendo. Ma la condanna morale dovrà valere anche per tutti coloro che da diverse posizioni assecondano in Italia e direi in Europa il regime russo. Una compagnia di giro eterogenea che approfitta della libertà d'opinione che serve loro per essere amichevoli con le sciagurate azioni russe a colpi di "fake news" e di teorie balzane. Ci sono poi quelli che stanno zitti e forse un giorno si scoprirà che è questione di rubli.