E' stato in visita in Valle d'Aosta Laurent Wauquiez, presidente della grande Regione francese Auvergne-Rhône-Alpes e ho così avuto modo di conoscere uno dei politici francesi emergenti nel seno dei Les Républicains. Nato nel 1975, brillante carriera scolastica e poi politica, ha scelto per ora di restare nella "dimensione Regione", ma per il dopo Macron, che non potrà più tornare all'Eliseo per limite dei mandati, è certamente ben posizionato. Questi incontri sono molto utili, da una parte per far conoscere la Valle d'Aosta meglio a chi è sul nostro confine e dall'altra perché la politica è fatta di contatti e di conoscenze e per me è sempre stato indispensabile farlo. Chi faccia politica e guarda solo a sé stesso e non a reti di amicizie non va distante e non fa del bene alla Valle ed alla sua necessità di non avere complesso di inferiorità per la nostra piccola taglia. Con tutti gli enormi difetti che abbiamo e la singolare capacità di dividerci, restiamo un modello istituzionale ed una comunità interessante per chi voglia conoscerci e devo dire che Wauquiez è rimasto colpito.
L'ho visto sinceramente emozionato a scoprire quella frase di Émile Chanoux impressa sulla parete del Consiglio Valle: «Il y a des peuples qui sont comme des flambeaux, ils sont fait pour éclairer le monde; en général ils ne sont pas de grands peuples par le nombre, ils le sont parce qu'ils portent en eux la vérité et l'avenir». Sarebbe bello - scusate la parentesi - esserne degni. Con Wauquiez, specie nella parte meno ufficiale, accompagnandolo sino a Punta Helbronner abbiamo parlato di tutto e mi sono speso in particolare nel tema che da sempre mi sta più a cuore e cioè una visione di vicinanza attiva dei territori almeno attraverso due filoni. Il primo riguarda la Macroregione Alpina, che è la grande istanza europea di cui noi stessi facciamo parte, che i francesi definiscono con una acronimo "Suera", la "Stratégie de l'Union Européenne pour la Région Alpine", mentre in Italia è nota con l'anglicismo "Eusalp - EU Strategy for the Alpine region". Ricordo che è un accordo siglato nel 2013 dai Paesi che fanno parte dell'Unione Europea: Italia, Francia, Germania, Austria, Slovenia e da due stati extra europei Svizzera e Liechtenstein; ne fanno parte le 48 Regioni e Province autonome che si trovano attorno alla catena alpina. Le Regioni italiane sono Lombardia, Liguria, Piemonte, Valle d'Aosta, Veneto, Friuli Venezia Giulia e le Province autonome di Trento e Bolzano. Ebbene ho ribadito a Laurent Wauquiez che bisogna ridare un peso politico forte a questa idea di un'Europa diversa da quella degli Stati. Così come bisogna assolutamente riprendere "AlpMed", l'Euroregione ha origine dal protocollo d'intesa del 18 luglio 2006, firmato a Torino, a Villa Gualino, dagli allora presidenti di Piemonte, Mercedes Bresso, da me per la Valle d'Aosta, da Michel Vauzelle della Provence-Alpes-Côte d'Azur, da Jean-Jack Queyranne per Rhône-Alpes e dall'assessore alla pianificazione territoriale e urbanistica della Liguria Carlo Ruggeri. In seguito, il 10 ottobre 2007 le cinque Regioni hanno siglato il documento ufficiale che ha sancito la nascita dell'ente. Per mille ragioni questo passaggio storico è caduto nel dimenticatoio e ho ribadito la necessità di ripartire, perché è vero che lavoriamo già assieme in "Alcotra - Alpi Latine Cooperazione Transfrontaliera", ma la politica per affrontare tante sfide comuni è altra cosa. Mi pare che questo mio appello, nella mente lucida del mio interlocutore, sia andato a segno.