Mamma Brunilde se n’è andata e raggiunge papà Sandro in Cielo. A dire il vero il suo è stato un addio per tappe dall’alto dei suoi 92 anni. Nel senso che già da tempo viveva in un suo mondo con un filo flebilissimo con la realtà, che tanto fa riflettere sul fine vita e le sue tribolazioni. Ci ha lasciato in una sera di Dicembre, quando ormai era davvero sfinita al capolinea di un’esistenza lunga e felice. Il destino aveva fatto incrociare una giovane donna di Imperia con un giovane valdostano. Avvenne in quel dopoguerra pieno di speranze, dopo le cupezze della guerra. Brunilde era venuta a Pont-Saint-Martin per trovare la sorella più grande, Floriana, che aveva spostato Ulrico, veterinario già capo partigiano. Anche mio papà era veterinario e si conobbero e si sposarono. Anche la sorella più giovane, Agostina, trovò l’amore in Valle d’Aosta. Mamma era una donna molto bella e mi ha ferito profondamente vedere quella sua decadenza sotto il peso dell’età. C’è qualcosa di profondamente ingiusto nel fatto che gli ultimi ricordi dei nostri cari, quando vivono a lungo, sia quella triste della vecchiaia che deforma e spesso spegne anche lentamente e con crudeltà la loro mente. Ora con mio fratello Alberto siamo più soli: le nostre radici non ci sono più ed è ineluttabilmente il ciclo della vita, che aspetta tutti noi. Ciao, mamma, per fortuna tante fotografie del nostro passato ti rendono giustizia e sono un motore straordinario di ricordi della nostra famiglia. Di quando eravamo assieme tutto e quattro ad affrontare il mondo.