Il recente Forum sulle di Saint-Vincent sulle energie rinnovabili, voluto da CVA e ovviamente ben accolto dalla nostra Regione, è stato l'occasione per presentare il Position Paper ACCELERARE IL DISPIEGAMENTO DELLE RINNOVABILI COME LEVA STRATEGICA DI SVILUPPO PER IL PAESE , redatto da Ambrosetti in collaborazione con CVA ed Elettricità Futura, nel quale è stata presentata qualche riflessione scientifica sull’argomento. Segnalo qualche passaggio, che ritengo utile: “La decarbonizzazione è sempre più al centro delle policy europee. Già alla fine del 2022, gli Stati Membri si sono promessi di adottare il programma “Fit for 55”, che pone obiettivi ambiziosi circa l'uso di energie rinnovabili per l'efficienza energetica. Inoltre, a febbraio 2023, è avvenuta la presentazione del Green Deal Industrial Plan, che si propone di sostenere l'industria europea nel favorire una transizione a emissioni zero e accelerare la decarbonizzazione. Anche a livello italiano si stanno introducendo azioni al fine di rimanere in linea con gli obbiettivi europei. La prima versione dell’aggiornamento del PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) ha fissato per il 2030 nuovi obbiettivi al rialzo, soprattutto sul fronte delle rinnovabili elettriche. Inoltre, Elettricità Futura, con la pubblicazione del “Piano 2030 del Settore Elettrico: importante opportunità per l’Italia”, ha convertito gli obiettivi posti in essere del REPowerEu per l’Italia circa la quota di fonti di energia rinnovabile sui consumi finali lordi e la quota di consumi di energia elettrica coperti da fonti FER, rispettivamente pari al 84% e 75%” Se si scava ci sono criticità: “La capacità installata di FER3 in Italia è aumentata di 10,5 punti percentuali nell’ultimo decennio, arrivando a coprire quasi il 50% della capacità installata totale. Ad un aumento della capacità installata non corrisponde tuttavia un aumento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, che negli ultimi 10 anni dipende ancora, in media, per il 67,1% da fonte fossile, e per il 32,9% da FER (vs. una media europea del 28,3% nello stesso periodo)”. Ci sono poi confronti implacabili: “Facendo ora una un confronto della corrente situazione italiana rispetto ai benchmark europei considerati, quali Francia, Germania e Spagna, ne emerge come l’Italia proceda più lentamente sia in termini di nuova capacità eolica che fotovoltaica. Andando a considerare più nel dettaglio la fonte solare, l’Italia riporta una crescita di GW installati tra il 2015 e il 2022 pari a circa il 33%. Nello stesso periodo, la Spagna ha registrato una crescita del 287%. Discorso simile per la capacità installata eolica, che tra il 2015 e il 2022 è cresciuta del 29% in Italia, un ritmo decisamente inferiore a quello francese, che ne riporta una crescita del 105%”. In più in Italia certi nuovi impianti nelle Rinnovabili sono spesso di piccola taglia, che fanno numero ma non incrementano la produzione in modo reale. Sull’idroelettrico, che ci interessa: “Guardando alla produzione di oggi, nel 2022 la produzione idroelettrica italiana è stata di 28 TWh, circa la metà della media storica (48,4 TWh) dato preoccupante e dettato dalla crisi siccitosa. Tra il 2021 e il 2022, i GW/h prodotti sono passati da 45.388 nel 2021 a 28.402 nel 2022 (-37%). Va infatti sottolineato come, a fronte di una capacità installata che nel decennio passato si aggirava intorno al 4,3%, gli ultimi 3 anni hanno registrato una diminuzione della produzione di energia elettrica da fonti idroelettriche pari al 40,2%. Nonostante la forte contrazione, l’idroelettrico rimane una delle principali FER in Italia, insieme al fotovoltaico coprono il 56,8% della produzione di energia elettrica da fonti FER (28,6% fotovoltaico e 28% eolico)”. Rispetto a CVA e alla scelta di restare leader delle rinnovabili si evince dallo studio qualche pista utile. Da una parte l’dea di avere un piano serio di revamping delle vecchie centrali resta fondamentale, seguendo possibilità tecnologiche come il pompaggio per il riutilizzo delle acque, l’uso di batterie per accumulo come possibilità, ma soprattutto la grande chance dell’idrogeno verde. E’ bene seguire in Valle altri tre filoni: il risparmio energetico sugli immobili attraverso l’efficientamento, lo sviluppo di iniziative valide nel campo delle comunità energetiche e la modernizzazione delle reti di trasporto dell’energia. CVA, con investimenti esterni, dovrà controbilanciare il possibile calo della produzione idroelettrica per via del cambiamento climatico. Per questo bisogna immaginare nuovi investimenti fuori Valle, come già previsto, nel fotovoltaico, nell’agrivoltaico e nell’eolico per avere un portafoglio vario nel settore delle rinnovabili. Ma per l’idroelettrico la garanzia per investimenti forti resta legata all’azzardo possibile delle gare per le concessioni, che avrebbe come conseguenza un impoverimento della sovranità energetica italiana, se finisse nelle mani sbagliate. Dice bene il documento: “Riassegnare le concessioni idroelettriche definendo un sistema equo di rinnovo, per sbloccare fin da subito gli investimenti e garantire la tutela degli impianti idroelettrici, asset strategici per la sicurezza, l'autonomia e la decarbonizzazione del sistema energetico”. Aggiungerei anche il ruolo di gestione intelligente dell’acqua in periodo di carenza idrica a beneficio dei plurimi utilizzi in zona montana, ricordando come in caso di black out elettrico in Italia si riparte grazie alla potenzialità delle nostre dighe. E per le altre fonti decisiva è una semplificazione delle procedure, altrimenti gli investimenti – tutti garantiti dal privato – non decolleranno a vantaggio di chi, in Europa, ha creato quadri normativi più flessibili. Ci sono altre criticità: un ambientalismo che non capisce le potenzialità, ad esempio dell’eolico offshore e cioè sul mare a distanza dalla costa su apposite piattaforme, un’industria europea che non investe in tecnologie oggi in mano cinese come i pannelli solari, normative inadatte come il recente decreto sulle “aree idonee” per le Rinnovabili. Un quadro complesso da capire per fare le scelte giuste.