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10 mar 2024

Attenzione a chi vaneggia

di Luciano Caveri

Sono ormai fissato: non ne posso più degli estremisti fissi nelle loro certezze settarie fra ideologismo, demagogia e antidemocrazia e neppure degli svalvolati di vario genere che propagandano robe varie e sono in un mix letale fra essere complottisti, cospirazionisti, manichei, occultisti, antiscientifici, ciarlatani e affini.

Il vantaggio è che in Valle d’Aosta spiccano come corvi sulla neve e dunque si identificano con nettezza e sono per altro fieri di farlo e mettono su una loro sicumera, dividendo il mondo fra noi (gli stupidi) e loro (gli illuminati). C’è però poco da sorridere, purtroppo, delle loro baggianate. che ormai nella maggioranza dei casi sono diventate una specie di macedonia velenosa che mette assieme teorie bislacche e interpretazioni distorte della realtà.

Leggo su il Fatto Salvatore Merlo e adoro le sue parole: “Uno può anche sentirsi di combattere giorno per giorno antisemiti e razzisti, allievi di Stalin e di Hitler, estremisti islamici e fanatici religiosi vari. Gli si può d’al by tra parte opporre Hannah Arendt ed Elie Wiesel, la ragione contro la barbarie. Ma come fare fronte agli ignoranti? Non li si può mica incriminare per asineria. Non li si sconfigge nemmeno con la logica, o con le lettere. Forse non c’è che da dichiararsi anticipatamente sconfitti”.

Aggiungiamo allora un necessario passaggio che mette assieme i diversi guru e i loro affiliati. «E' stato grazie al progresso che il contenibile "stolto" dell'antichità si è tramutato nel prevalente cretino contemporaneo; ma una società ch'egli si compiace di chiamare "molto complessa" gli ha aperto infiniti interstizi, crepe, fessure orizzontali e verticali, a destra come a sinistra, gli ha procurato innumerevoli poltrone, sedie, sgabelli, telefoni, gli ha messo a disposizione clamorose tribune, inaudite moltitudini di seguaci e molto denaro. Gli ha insomma moltiplicato prodigiosamente le occasioni per agire, intervenire, parlare, esprimersi, manifestarsi, in una parola (a lui cara) per "realizzarsi"». Questa frase, scritta prima dell'esistenza del Web, dalla coppia impagabile di scrittori sagaci e spiritosi che furono e sono negli scritti Fruttero (Carlo) & Lucentini (Franco), sembra - vista quest'oggi - come una profetica rivelazione.

Se già il fenomeno aveva una sua ampiezza, oggi i Social e certo cretinismo organizzato offrono palcoscenici molto grandi. Ho già ricordato come il termine sia di origine francoprovenzale "crétin". Nell'esemplare "Nouveau dictionnaire de patois valdôtain" di Aimé Chenal e Raymond Vautherin si legge una duplice definizione. Cominciamo da quella scientifica: "Nom de l'individu de l'espèce humaine de l'idiocisme très poussé, de taille généralement assez basse et ayant une apparence extérieure plutôt chétive". Spiega la "Treccani": "Cretinismo (dal francese-provenzale "crétin, poveruomo" entrato nel francese scientifico nel XVIII secolo). E' una malattia endemica, diffusa tra gli abitanti di molte regioni montuose, dalle quali s'irradia talvolta alle colline prossime e alla pianura. Moltissimi cretini sono gozzuti, o possiedono una tiroide profondamente alterata (vedi "gozzo"), e l'insufficienza funzionale che ne segue è il punto di partenza della malattia". "Crétin" ha però una etimologia che rende in modo chiaro la pietas che la comunità poteva avere verso queste persone, visto che deriva da "chrétien: mot de compassion devenu péjoratif". Un povero cristo, insomma!

Ma oggi il cretino è cattivo e non merita pietà e anzi bisogna smetterla di sopportare certe scempiaggini nel nome della libertà di pensiero, non solo con una loro pcondanna morale e un loro isolamento, ma anche con il peso della legge, quando nel loro vaneggiare diventano pericolosi per le cose che dicono e che fanno.