L’antisemitismo mi fa orrore e lo scriverò sino a sfinimento. Ricordo non a caso, in premessa, come questo termine venne coniato alla fine del XIX secolo dal giornalista Wilhelm Marr e sintetizza l’odio nei confronti degli ebrei.
Per parlarne non basta evocare l’orrore novecentesco della Shoah (parola in ebraico dalla Bibbia ”tempesta devastante“), ma si tratta una storia più antica e prolungata, che giunge sino ai campi di sterminio attraverso molte tappe e anche per le ben note colpe del cristianesimo con l'accusa agli ebrei per aver fatto crocifiggere Gesù Cristo.
Non mi sono mai stupito che l’odio verso gli ebrei venisse coltivato ancora di questi tempi da neofascisti e neonazisti, perché fa parte del loro DNA, mentre mi indigna che la tragedia in corso dello scontro fra israeliani e palestinesi (o meglio Hamas che oggi ha la leadership) - sulla cui ripartizione di responsabilità precise - diventi per parte importante della Sinistra occasione per rigurgiti antisemiti di cui certe esibizioni nelle Università italiane okkupate sono la ben triste vetrina. Non si può non ricordare un altro fil rouge che incide e di cui bisogna serbare memoria: l’impegno del dittatore comunista Iosif Stalin contro gli ebrei nel solco della paranoia staliniana. Una follia che si abbattè come una furia sulla società russa e che si rivolse in modo particolare in direzione della popolazione ebraica.
Leggo, rispetto alle elezioni francesi imminenti, un editoriale su Le Monde che immagino ascrivibile al Direttore Gilles van Kote.
L’editorialista inizia dall’estrema Destra ormai in mano lepeniana: ”La première manifestation de ce grand égarement est le leadership, conforté depuis sa victoire aux élections européennes, du Rassemblement national (RN), héritier d’un parti, le Front national, cofondé par un ancien Waffen-SS et dirigé par Jean-Marie Le Pen, antisémite avéré et négateur des chambres à gaz. Aucune des manœuvres destinées à « dédiaboliser » le RN ne peut faire oublier les racines antisémites et les obsessions raciales d’une mouvance dont le nouveau prétendu philosémitisme n’est que le paravent de la haine envers les musulmans.
Ed ecco la Sinistra con il suo evocatore Front National che si contrappone a una Destra estrema che si maschera da moderata: ”A ce ravalement de façade, la gauche devrait opposer son intransigeance historique, de l’affaire Dreyfus à Vichy, face à toute forme de racisme et d’antisémitisme. Au lieu de cela, Jean-Luc Mélenchon, lui-même abonné aux sous-entendus nauséabonds et renouant avec d’anciennes dérives de gauche, tente d’exploiter la colère liée au massacre des Palestiniens de Gaza pour conquérir des électeurs issus de l’immigration. Niant l’explosion des agressions antisémites et la peur de nombreux juifs, renvoyant ses contempteurs à une judéité supposée ou, par l’intermédiaire de certains élus, à une « gauche coloniale », il jette de l’huile sur le feu, essentialisant chaque Français musulman en victime palestinienne, chaque Français juif en suppôt de Benyamin Nétanyahou”.
La conclusione è sconfortante ed è esattamente corrispondente a molte ambiguità sul tema ben presenti anche in Italia: ”D’où qu’il vienne, de l’extrême droite comme de la gauche, l’antisémitisme est à la fois un révélateur de crise sociale et politique et une arme tragiquement destructrice. Quels qu’en soient les propagateurs, les alibis, c’est un poison à combattre sans trêve ni concession”. Ovunque, anche nella piccola Valle d’Aosta, da dove cominciò dopo l’arresto sulla collina di Saint-Vincent il viaggio verso il lager di Primo Levi, bisogna combattere questo Male dell’antisemitismo.
Lui stesso in una sola ed efficace frase ammoniva chiunque non capisca: ”Perché ognuno è l’ebreo di qualcuno”.