Venerdì scorso a Courmayeur ho incontrato i manager ai vertici delle Partecipate regionali che si occupano storicamente - come la nostra società in house INVA - di informatica. Anche se in realtà oggi, di fronte a loro, c’è ormai il mondo digitale con roba forte tipo l'Intelligenza Artificiale, l'Internet delle Cose, la Blockchain, il Cloud Computing e la Realtà Aumentata/Realtà Virtuale.
Definizioni succedutesi nel tempo, ad esempio “nuove tecnologie” sa di vecchio e il termine “innovazione” così onnicomprensivo sembra il contenuto vasto delle tasche di Eta Beta. Troneggia, ormai: digitale.
Nel mio indirizzo di saluto ho ricordato sistemi frutto di novità che nel secolo scorso incisero in profondità nella storia della Valle d’Aosta e nella società locale, oltretutto in luogo non molto distante dal luogo fisico da dove parlavo ai miei interlocutori.
Pensiamo alla funivia del Monte Bianco e alla logica visionaria Conte Dino Lora Totino, che già aveva costruito gli impianti sotto il Cervino.I lavori della prima sezione, da La Palud (frazione di Courmayeur) al Pavillon du Mont Fréty (2.173 metri), iniziarono nel 1941, ma furono subito interrotti dalla Seconda Guerra Mondiale.Terminata la guerra, i lavori ripresero e proseguirono con la costruzione del primo e del secondo tratto, dal Pavillon al Rifugio Torino (3.329 metri). Nel 1948 la Funivia del Monte Bianco venne ufficialmente aperta al pubblico. Da lì piano piano sia sviluppò, a beneficio del turismo invernale, un settore impiantisco cruciale per la Valle.
Altro esempio di “rivoluzione” all’inizio del Novecento con il complesso sistema siderurgico della Cogne di Aosta per sfruttare il carbone di La Thuile attraverso le teleferiche che portano il minerale sino alla Ferrovia Aosta–Pré-St-Didier. Analogamente un sistema ferrovia-teleferica trasferiva il ferro dalle miniere di Cogne sino alla fabbrica siderurgica.
La stessa spinta industriale, con altri stabilimenti in altri settori, spinse la nascita in Valle d’Aosta di un potente sistema di centrali idroelettriche, oggi in mano ad una società regionale. Quella innovazione ancora così attuale e strategica ad un secolo da allora oggi è nel prezioso solco delle energie rinnovabili e l’idrogeno verde sarà un’utile connessione con questo sistema.
Aggiungerei il Traforo del monte Bianco, aperto nel 1965 e ci ci anche in questo caso lo zampino di partenza di Lora Totino. Quel tunnel, oggi inefficiente perché monotubo e oltretutto chiuso per tre mesi per lavori da qui a una quindicina di anni, è stato essenziale per la Valle d’Aosta e per il trasporto su strada.
Questi esempi per dire che chi pensa di fermare il progresso non tiene conto che il progresso avanza in barba a chi non lo vuole e immagina una Valle d’Aosta selvaggia e bucolica attraverso un’utopia strampalata.
Oggi il digitale con fibra ottica, l’evoluzione della telefonia e soprattutto l’Intelligenza sono filoni da non perdere. A giorni sarò in Puglia per il Festival delle Regioni a parlare proprio dell’Intelligenza Artificiale (IA).
Propongo qui alcuni brevi punti e spero che qualcuno venga sollecitato e mi proponga qualche aggiunta!
- Il regolamento europeo sulla IA basta e avanza non creiamoci troppi problemi nuovi con una legislazione nazionale che rischi confusione:
- Capire il ruolo del Garante per la privacy che rischia di fermare usi essenziali salvavita ad esempio sul fascicolo sanitario e la telemedicina e questo vale anche per i plurimi usi di piattaforme nel rapporto della pubblica amministrazione con cittadini e le imprese;
- Che ci sia tranquillità nelle regole laddove si iniziano sperimentazioni per scritture di delibere nelle diverse istituzioni locali con sistemi innovativi con l’uso della Intelligenza Artificiale;
- Per la montagna esistono temi essenziali come il monitoraggio delle conseguenze del cambiamento climatico su ghiacciai e vette, il soccorso in montagna e la protezione civile per gli alert, il controllo delle acque per i suoi diversi usi, lo stesso vale per i boschi e per la gestione del traffico. Pensiamo che un buon prontuario degli usi possa essere definito nel quadro di scambio di buone pratiche della Macroregione alpina e segnaliamo nel regionalismo più vasto una sorta di catalogo europeo a llqdegli usi presso le istituzioni locali definito presso Comitato delle Regioni;
- Chi ha nel PNRR aspetti applicativi non si imbarca in lunghe procedure di appalto incompatibili con i tempi di attuazione e necessita di seri contratti Consip che servano anche per arrestare l’assalto di brasseurs d’affaire sull’Intelligenza artificiale che ci cingono d’assedio.
- La cybersicurezza, la formazione e i rischi di esclusione dal digitale e dall’Intelligenza artificiale sono una cosa seria;
- Come vecchio giornalista segnalo i rischi elevatissimi di manipolazione ad opera dell’Intelligenza artificiale nella creazione di materiale falso ad alto rischio;