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20 nov 2024

Il futuro delle Alpi

di Luciano Caveri

Si può dedicare un Post che abbia un suo perché a qualcuno? Questa volta lo faccio ed è in memoria di Gioachino Gobbi, imprenditore con il marchio Grivel e uomo di cultura nato, cresciuto e purtroppo morto ai piedi del “suo” Monte Bianco.

Era una personalità vulcanica, schietta, dal tratto ironico e pieno di curiosità. Era courmayeurin fino al midollo, ma conosceva le montagne del mondo e indagava la civiltà alpina anche con un’attività straordinaria da collezionista.

Ciao, Gioachino!

Reduce da un incontro in Slovenia, torno a parlare, della Strategia macroregionale alpina, che ho seguito sin dai primi vagiti: sette Paesi, cinque dei quali membri dell'Unione Europea (Austria, Francia, Germania, Italia e Slovenia) e due non membri (Liechtenstein e Svizzera), e 48 Regioni, Valle d'Aosta ovviamente compresa.

La nascita di "Eusalp" (in inglese "EU strategy for the Alpine region") risale alla prima firma del 2013. I francesi, che ci tengono alla loro lingua, la chiamano "Suera" ("Stratégie de l'Union européenne pour la Région alpine"). Da allora questa idea cui furoono messe gambe avanza e negli ultimi anni arranca e l’incontro al castello di Brdo è apparso come il culmine di un certo disagio, ma anche – speriamo – fonte di una nuova consapevolezza che obbligherà nei mesi a venire a mettersi al suo capezzale per evitare che la crisi in corso diventi irreversibile.

Una scheda di qualche anno fa diceva:"La Regione alpina è composta da territori con trend demografici, sociali ed economici diversi e un'ampia diversità culturale e linguistica. Questa diversità si accompagna ad un'ampia varietà di sistemi di governance e tradizioni. Sia le specificità comuni della regione alpina che la sua varietà e diversità richiedono cooperazione. La Regione alpina rappresenta lo spazio di vita e di lavoro per la popolazione residente e una destinazione turistica che attrae milioni di visitatori ogni anno. Le Alpi rappresentano un serbatoio d'acqua per l'Europa e sono note in tutto il mondo per la loro bellezza naturale, paesaggi variegati, ricca biodiversità e patrimonio culturale. La Regione alpina è un territorio unico, con un potenziale di dinamicità importante, ma che deve far fronte a grandi sfide”.

Io nell’ultimo incontro ho evidenziato: cambiamento climatico, transizione energetica, rivoluzione digitale, crisi demografica. Così come nell’occasione ho segnalato come Eusalp o tornerà ad avere un impulso politico forte o finirà per essere vittima di un certo grigiore che prelude, come dicevo, all’inutilità. Sul binario morto da decenni è finita la sorella maggiore, la Convenzione Alpina, scaduta in una sorta di diplomazia di serie B, oltretutto dominata dai ambientalisti che pensano ad Alpi povere e con animali al posto dei montanari e il cui verbo, di fronte a qualunque iniziativa, è un plateale NO.

Il mio intervento appassionato, centrato in particolare sui territori di montagna di Eusalp, che comprende anche città subalpine e prealpine, ha riscosso successo e, fin quando potrò farlo, cercherò le alleanze – e ce ne sono già – per riprendere il filo del discorso.

Scriveva il grande geografo Paul Guichonnet: ”Les Alpes sont, certainement, les montagnes les plus singulières et attachantes de la Terre. Au cœur du continent européen, berceau de la civilisationindustrielle développée, elles séparent et unissent, tout à la fois, le monde méditerranéen et les façades nordiques et océaniques ducontinent, dont elles constituent l'ossature majeure”. Le sue conclusioni sono espresse con grande efficacia in una breve frase: ”La recomposition d'un espace alpin, moins subordonné et asservi, ne pourra se faire que dans le cadre de l'intégration européenne”.

Così, invece, l'Abbé Joseph Bréan, con una sua frase dal passato, nel suo libro"Civilisation alpestre": ”Le moment est peut-être venu où cet immense réservoir de valeurs humaines, constitué par les Pays des Alpes, doit ouvrir ses écluses, pour répandre tout autour les flots d'une civilisation capable de sauver et de rénover le Vieux Continent, ce noble et malheureux Continent qui se débat dans un désarroi”.

Sembra una profezia.