Sentivo, l’altro giorno, l’ultima canzone di Jovanotti “Montecristo” e mi ha colpito un’espressione che non sentivo da un po’: “occhi nuovi”.
Certo ha un significato figurato che indica il guardare qualcosa con una prospettiva diversa, fresca o rinnovata. Significa osservare una situazione, una persona o un oggetto con curiosità, meraviglia o senza pregiudizi, appunto come se fosse la prima volta.
C’è una poesia di Camillo Sbarbaro che inizia così:
“Occhi nuovi,
attoniti-che guardano
come una stampa colorata il mondo”
Interessante pensare come uno sguardo diverso dal solito possa colorarti le cose diversamente. È un invito a cancellare quel grigiore che si deposita sulla routine quotidiana, che ha bisogno di una scossa, di una diversa attenzione.
Come si fa a non ricordare Marcel Proust: “Le véritable voyage de découverte ne consiste pas à chercher de nouveaux paysages, mais à avoir de nouveaux yeux”.
E ci sono ancora i versi di Umberto Saba:
“L’anima mia che una sua pena ha vinta,
con occhi nuovi nell’antica sera
guarda un pilota con la moglie incinta”
È un invito a guardare in modo diverso anche le cose semplici che ci sono attorno a noi per scoprire, anche nella quotidianità della vita, spunti che ci possono servire per vedere quanto ci attornia da una diversa prospettiva.
Così mi sento in questo Natale 2025 in occasione dei miei - ahimè! - 66 anni.
In “Un anno in più” Pablo Neruda scrive:
"Ogni anno si aggiunge come una pietra al sentiero,
ogni ruga è un racconto scritto dal vento.
Ma oggi non conta il tempo che passa,
conta il calore degli abbracci,
il canto degli amici,
e la vita che danza nei tuoi occhi".
Buon Natale!