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22 dic 2025

Betlemme: luogo sacro svuotato

di Luciano Caveri

A poche ore dal 25 dicembre, vorrei che mi seguiste in un ragionamento, che vale per chi come me - cattolico di formazione in seno alla grande famiglia del cristianesimo - ha sempre rifuggito una visione intransigente della religione.

Ma questo non può significare disinteresse per le radici e gli aspetti simbolici della propria confessione.

Guardo per un attimo al passato e mi riferisco a civiltà che fanno parte del nostro percorso scolastico e ci sono luoghi di nascita che evocano la natalità come Betlemme per il nostro Gesù.

Per gli antichi greci un luogo simbolico era l'isola di Delo per motivi leggendari. Fu l'unico luogo che accettò di ospitare Latona, in fuga dall'ira di Era, per dare alla luce il dio del sole Apollo e sua sorella Artemide. Per secoli, Delo è stata il centro religioso più sacro dell'Egeo. Non vi si poteva né nascere né morire (per non contaminare il suolo sacro), esattamente come un santuario intoccabile.

Altro luogo: Creta. Il re degli dei dell'Olimpo, Zeus, sarebbe nato in una grotta sulle montagne di Creta. La Grotta di Psychro (o grotta Dittea) è ancora visitabile. Gli archeologi hanno trovato migliaia di offerte votive (statuette, armi, gioielli) lasciate dai fedeli per oltre mille anni, a testimonianza di quanto quel "punto di origine" fosse venerato.

Nell’Antico Egitto - come per il cristianesimo - il concetto di "nascita divina" era centrale per il potere del Faraone. In molti templi egizi esisteva una struttura chiamata Mammisi (casa della nascita). Il più celebre si trova nel Tempio di File o a Dendera. Questi luoghi celebravano la nascita di Horus (il dio falco).

Per i Romani, la religione era inscindibile dallo Stato. Il loro "luogo delle origini" non era la nascita di un dio, ma quella dei fondatori divinizzati. il Lupercale era la grotta ai piedi del colle Palatino dove, secondo il mito, la lupa allattò Romolo e Remo. Ogni anno si celebravano i Lupercalia, riti di purificazione e fertilità profondamente sentiti, che legavano l'identità di un intero impero a quella grotta fangosa originale.

Fra le religioni ancora viventi e praticate spicca, come luogo sacro per l’Islam, La Mecca in Arabia Saudita. È qui che nacque il profeta Maometto intorno al 570 d.C. Per questo è la meta del pellegrinaggio (Hajj) che ogni musulmano spera di compiere almeno una volta nella vita. Per i buddisti, invece, si può citare

Lumbini in Nepal. Secondo la tradizione, la regina Maya diede alla luce il principe Siddharta Gautama (il futuro Buddha) proprio nei giardini di questa località, mentre era in viaggio. Per i Sikh c’è Nankana Sahib. È la città natale di Guru Nanak, il fondatore del Sikhismo, nato nel 1469.

Il luogo sacro per eccellenza per gli ebrei – il posto più santo della loro fede – è il Monte del Tempio a Gerusalemme, ma il luogo dove gli ebrei pregano più intensamente è il Muro Occidentale (chiamato comunemente Muro del Pianto). Vale la pena ricordare che Betlemme è fondamentale anche per l'Ebraismo perché è la città natale di Re Davide.

Per l’Islam Betlemme è legata soprattutto alla figura di ʿĪsā ibn Maryam (Gesù, figlio di Maria), che nell’Islam è un grande profeta, ma non il Figlio di Dio e si ricorda anche la figura di Maria.

Per un cristiano, Betlemme è uno dei luoghi più sacri della Terra, perché è il luogo della nascita di Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo.

Lo ricordano a Betlemme la Basilica della Natività (costruita nel 326 da sant’Elena, madre di Costantino) con la Grotta della Natività sotto l’altare maggiore: il punto esatto dove, secondo la tradizione bimillenaria, è nato Gesù. Così ogni presepe che si prepara a Natale è un “ritornare” spiritualmente a Betlemme.

Oggi Betlemme si trova attualmente nel territorio della Cisgiordania (West Bank), a circa 10 km a sud di Gerusalemme. Israele non riconosce la sovranità palestinese sulla cittadina, perché la considera parte della Cisgiordania (territorio occupato nel 1967), ma non l’ha mai annessa formalmente (a differenza di Gerusalemme Est). Per arrivarci oggi bisogna attraversare un checkpoint militare israeliano e si entra in territorio sotto controllo palestinese:

La Basilica della Natività e i luoghi cristiani sono gestiti congiuntamente da cattolici (francescani), greco-ortodossi e armeni, secondo lo Status Quo del 1852.

Eppure, qualcosa non funziona se pensiamo al declino della presenza cristiana a Betlemme, acceleratosi drasticamente negli ultimi decenni. Se un tempo la città era il cuore pulsante del cristianesimo in Terra Santa, oggi la comunità cristiana è diventata una minoranza esigua in un contesto a larga maggioranza musulmana per le vicende storiche in un luogo difficile per i ben noti rapporti politici, che hanno creato mille problemi a questo luogo, pur così importante.

Le stime più recenti indicano che i cristiani rappresentano ormai solo il 10-12% della popolazione cittadina. Se si guarda all'intera Cisgiordania, la presenza cristiana è scesa sotto l'1-2%. Molti cristiani percepiscono una crescente marginalizzazione in un ambiente sempre più dominato da movimenti islamisti o da una cultura conservatrice musulmana. Così la comunità cristiana si sta svuotando.

Posso pensare che in fondo sia un segno di sconfitta e lo scrivo senza chissà quale forma di revanscismo?

Betlemme finisce per essere una specie di ”non luogo”.