Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
28 dic 2025

Identità & Autonomia

di Luciano Caveri

L’identità è sempre stata un mio rovello.

Esiste come questione politica capitale per una Regione autonoma, che vanta come ragion d’essere una serie di particolarismi che ne definiscono le caratteristiche, che sfociano in un ordinamento giuridico originale.

Mi è capitato in certe occasioni di notare una certa stizza in alcuni interlocutori poco accorti, quando accennavo al particolarismo valdostano.

Mi accorgevo che veniva colto in negativo come una sorta di egoismo, di richiesta di favoritismo, di difesa di privilegi. Spesso il refrain si spostata sull’importanza di compartecipare all’interesse generale, i peggiori evocavano l’unità nazionale o persino principi di eguaglianza.

Invece il tema dell'identità e della diversità culturale è serio e inerisce appunto il particolarismo come espressione in positivo in un mondo che tende in modo accelerato con gli strumenti della digitalizzazione a forme di globalizzazione, all'omogeneizzazione, alla standardizzazione il particolarismo — inteso come attaccamento a tradizioni, lingua, costumi locali, memoria collettiva — diventa una forma di resistenza al rischio di cancellazione delle differenze.

Questo risulterebbe nefasto per le culture minoritarie che arricchiscono, con le loro varianti culturali, l’umanità intera. So il termine minoritario fa discutere perché sembra talvolta non un giudizio quantitativo ma di valore, ma è difficile trovare un’espressione diversa ma equivalente.

Il mantenimento di lingue locali, saperi tradizionali, identità etniche o religiose è un diritto non una concessione.

La chiave di lettura che per radici proprie passa di certo per la Valle d’Aosta con l’affermazione di una cultura alpina originale attraverso la sua posizione geografica transfrontaliera marcata dal punto di vista linguistico dal francese, dal francoprovenzale, dalle parlate walser. Ma specificità che riguarda la sua economia, come dimostrata nei diversi settori da approfonditi studi.

Vi è poi l’antica forza di ordinamenti giuridici, espressione nel tempo di un desiderio di autogoverno, che oggi si esprime in un regime di Autonomia speciale.

La tradizione di un federalismo alpino significa il riconoscersi nel principio di sussidiarietà, mette al centro il ruolo delle comunità locali, permette di decidere vicino ai problemi concreti, privilegia le esigenze dei propri cittadini (anziché seguire ciecamente direttive centrali astratte) può essere più efficace, reattiva e legittima. Ciò che può essere fatto al livello più vicino al cittadino è meglio che sia fatto lì, come antidoto al centralismo e garanzia di coesione sociale.

L’altra faccia della medaglia riguarda - e il periodo natalizio fatto di tante presenze turistiche appare propizio per parlarne - il fatto dell’identità come elemento attrattivo anche chi sceglie la Valle d’Aosta come luogo di vacanza. Avere una comunità ospitante viva e originale è di certo un lavoro aggiunto. Sta a noi comunicare questa forza!

Sapendo che questo non vuol dire logiche museali, ma cavalcare i cambiamenti senza sradicare le radici.

Ha scritto José Ortega y Gasset: “I popoli non si formano per il fatto che un gruppo di uomini si trova insieme, ma perché essi hanno un progetto di vita in comune. L'identità non è una cosa statica, è una dinamica: è il valore di guardare verso lo stesso orizzonte."